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Gli interrogativi di Sorbello su casa di Vincenzo: quando Lucio D’Antonio raccontò dell’aggressione subita…

- 12/09/2021

Era il 22 ottobre del 2018 quando andammo alla centro di accoglienza notturno del Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Messina, Casa di Vincenzo. Fummo chiamati da Lucio D’Antonio, un clochard che sarebbe morto poco tempo dopo a causa di una caduta accidentale e dopo una lunga agonia. Lucio condivideva la strada con un amico, Emanuele, molto più giovane di lui. E proprio di un’aggressione subita da Emanuele raccontò in quella occasione Lucio D’Antonio. “Un’aria irrespirabile, violenze ed intimidazioni” era il senso di quell’intervista a caldo. Dichiarazioni smentite categoricamente dall’assessore appena insediato, Alessandra Calafiore.

Oggi gli interrogativi che si pone il consigliere Salvatore Sorbello, alla luce della morte della povera Concetta Gioé, barbaramente uccisa sulle scale di una delle chiese più centrali di Messina, la chiesa di Santa Caterina, e della morte “misteriosa”, come riferisce il consigliere, di un altro clochard, un polacco di nome Dario, di cui si sa solo che sarebbe deceduto a causa di “una caduta accidentale”, proprio come Lucio D’antonio, questa intervista ed i fatti che vengono raccontati gettano una luce sinistra sulla Casa di Vincenzo che è tutta da chiarire. “Perché nessuno vuol dormirci?” si chiede Salvatore Sorbello. E perché molti dei clochard che negli anni abbiamo sentito hanno sempre riferito di violenze verbali e piccoli furti, quanto meno. L’assessore affermò che le dichiarazioni di D’Antonio “non corrispondono a verità”. Qualche dubbio e qualche chiacchiera di bassa lega si innescò anche sul rapporto esistente tra Lucio ed Emanuele, a sostegno che le dichiarazioni erano false o che era questo il motivo che avrebbe indotto ad allontanarli da Casa di Vincenzo. Motivazioni, però, insussistenti ed ingiustificabili. Lucio ci mise la faccia e dichiarò senza timore quanto accadeva. Poco tempo dopo morì dopo un coma soporoso che se lo portò via, con grande dolore di Emanuele. Che accade a Casa di Vincenzo? Magari nulla di male. Ma i clochard messinesi, anche quelli che non abusano di alcol, continuano a preferire la notte in strada, piuttosto che dormire lì.