La controreplica della capogruppo Cannistrà all’Amministrazione: «Assunzioni programmate con risorse che MSBC non aveva nelle sue disponibilità. Hanno dovuto fare marcia indietro e far ricorso a ditte esterne. Invece di rispondere in modo compulsivo a tutti, pensino alla riscossione dei tributi, alla lotta all’evasione e a un’adeguata programmazione dei servizi»
MESSINA. «Partiamo da un dato di fatto: d’innanzi alle condizioni vergognose in cui è ridotta la città bisognerebbe avere la decenza di stare zitti. Oppure, se proprio si decide di parlare, sarebbe il caso di chiedere scusa a tutti i messinesi: per lo stato di degrado in cui versa la città ormai da mesi, sotto gli occhi esterrefatti dei turisti, e per non aver essere stati capaci di gestire la situazione. Una circostanza piuttosto strana, quantomeno per una Giunta che chi si è autoproclamata “bravissima” e continua ad elogiarsi da sola. Invece, malgrado l’indecenza quotidiana, assistiamo da mesi a una assurda caccia al colpevole, fra giustificazioni e accuse che assomigliano sempre più a
una imbarazzante e costante arrampicata sugli specchi».
Così, in una nota, la capogruppo del M5s Cristina Cannistrà replica alle recenti dichiarazioni dell’assessore all’ambiente Dafne Musolino, del presidente di Messina Servizi Giuseppe Lombardo e del consigliere Nello Pergolizzi.
«Dopo questa doverosa premessa – spiega – vorremmo far chiarezza sul tema degli appalti, in particolare per quel che riguarda la cura del verde pubblico. La verità è una sola e incotrovertibile: il contratto aggiuntivo di 5 milioni di euro è stato votato per affidare il servizio di scerbatura a Messina Servizi, che dovrebbe svolgerlo in house e non facendo ricorso a ditte private. Già dopo le prime polemiche sorte con la pubblicazione di bandi, il presidente Lombardo specificò che si trattava di “contratti ponte”, giustificati dal fatto che l’azienda non avesse sufficiente personale per poter svolgere questo servizio, e che sarebbero servite nuove assunzioni. Oggi, tuttavia, il contesto è ben diverso: scopriamo infatti che le assunzioni erano state programmate con risorse che MSBC non aveva nelle sue disponibilità. Pertanto hanno dovuto fare marcia indietro e applicare il Fondo di integrazione
salariale, lasciando il personale dell’azienda per 14 giorni al mese in cassa integrazione e facendo svolgere i servizi a maestranze di ditte esterne. Si può provare a nascondere la luna con il dito, replicando in modo compulsivo a tutti, spesso in maniera piuttosto maldestra, ma la verità viene sempre a galla».
«Nessuno dei consiglieri – ribadiscono Cannistrà, Argento e Fusco – ha impedito l’assunzione dei 150 lavoratori alla Messina servizi, ma in piena coscienza ogni Gruppo si è determinato per evitare l’ulteriore salasso della Tari, una tassa tra le più alte d’Italia a fronte di una città ridotta ai minimi termini (evitiamo di allegare foto perché non è nostro costume sparare sulla Croce Rossa). Già dal nostro insediamento, mentre l’Amministrazione sciorinava i soliti slogan, abbiamo ribadito la necessità di procedere ad una corretta riscossione dei tributi e ad una lotta all’evasione utilizzando gli strumenti del decreto crescita.
Nell’ultimo bilancio di previsione, come certificato dall’Organo diRevisione, i residui attivi TARSU-TARES-TARI erano pari all’inizio dell’anno a 132.495.285,77 (più o meno come se per tre anni non si procedesse ad incassare alcunché di Tari). E che dire delle mancate sanzioni incassate per le violazioni del codice della strada (26.970.094 euro, pari a cinque anni di sanzioni da riscuotere)? Tralasciando per decenza la mancata riscossione IMU o l’incapacità, nonostante le tanto declamate “banche dati deluchiane”, di far fronte all’elusione della Tari (quasi 40.000 utenti non censiti) o la mancata riscossione di fitti Attivi e canoni patrimoniali. È dovere di Sindaco e Giunta garantire ai cittadini un servizio efficiente, che va fatto innanzitutto con i soldi recuperati dalla lotta all’evasione. Di certo non chiedendo ulteriori sacrifici a quell’unico cittadino onesto su tre che paga le tasse»,
concludono, annunciando un’interrogazione e un accesso agli atti per far chiarezza sui fondi spesi per la gestione rifiuti.