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ARTICOLO UNO – “DE LUCA ED IL PASTICCIO DELLE NOMINE INCONFERIBILI. Ecco perché molte nomine fatte dal Sindaco sono inconferibili…”

- 07/08/2021

ARTICOLO UNO – “DE LUCA ED IL PASTICCIO DELLE NOMINE INCONFERIBILI.

Ecco perché molte nomine fatte dal Sindaco sono inconferibili…”

Molti degli incarichi conferiti da De Luca sembrano rientrare nella fattispecie dell’Art. 7 del D.Lgs. 39/2013

MESSINA; 7 AGO – “Le vicende politiche di questi ultimi giorni, che ruotano intorno all’approvazione della TARI, come è capitato troppo frequentemente nel corso dell’Amministrazione De Luca, sono state caratterizzate da un innalzamento dei toni, con il rischio di perdere di vista il principio di realtà senza il quale può accadere di esprimere giudizi fuorvianti rispetto a quello che accade. In questo senso va la nostra piena solidarietà e vicinanza a Presidente del Consiglio Comunale, Claudio Cardile, che sta subendo attacchi violenti unicamente per avere svolto il proprio ruolo istituzionale e al Consigliere Francesco Pagano per il gesto intimidatorio subito” così Domenico Siracusano, Segretario Provinciale di Articolo Uno in una lunga nota dove si evidenzia come molte delle nomine effettuate dal Sindaco Cateno De Luca siano sostanzialmente inconferibili e spiega dettagliatamente perché.

Come Articolo Uno abbiamo posto con forza l’attenzione sul rispetto delle delibere dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) di fronte ad un aumento proposto da De Luca che andava ben oltre il 6,6% previsto per il 2021 per la TARI . L’abbiamo fatto perché crediamo che il rispetto delle regole, che l’applicazione della normativa vigente non sia una scelta o un optional ma il cuore del funzionamento della macchina amministrativa. Mentre, invece, rileviamo, che, per il Sindaco Cateno De Luca, le norme siano spesso percepite come un ostacolo al dispiegarsi della sua azione amministrativa.

Neanche De Luca può essere al di là e al di sopra della legge“.

L’analisi dell’inconferibilità effettuata da Articolo UNO nasce dalla semplice lettura del testo integrale dall’Art. 7 comma 2 del Decreto Legislativo 8 aprile 2013, n. 39:

A coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della provincia, del comune o della forma associativa tra comuni che conferisce l’incarico, ovvero a coloro che nell’anno precedente abbiano fatto parte della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione, nella stessa regione dell’amministrazione locale che conferisce l’incarico, nonché a coloro che siano stati presidente o amministratore delegato di enti di diritto privato in controllo pubblico da parte di province, comuni e loro forme associative della stessa regione, non possono essere conferiti:

a) gli incarichi amministrativi di vertice nelle amministrazioni di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione;

b) gli incarichi dirigenziali nelle medesime amministrazioni di cui alla lettera a);

c) gli incarichi di amministratore di ente pubblico di livello provinciale o comunale;

d) gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico da parte di una provincia, di un comune con popolazione superiore a 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione.”

Ecco quindi l’applicabilità della norma che sancisce l’inconferibilità nome per nome.

Ci riferiamo ad una parte considerevole delle nomine da lui effettuate che, oltre ad essere discutibili per altri motivi, sembrano essere inconferibili sulla base di quanto previsto dall’Art. 7 del Decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 relativo alle “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico” (che riportiamo in calce):

Nicola Russo, funzionario regionale e presidente della SRR Messina Area Metropolitana, è stato nominato Direttore Generale di Messina Servizi Bene Comune, tra l’altro con un potenziale conflitto di interessi perché ha presentato la propria candidatura a D.G. della MSBC mentre era in corso di validazione da parte della SRR il piano TARI oggetto degli scontri di questi giorni.

Incredibilmente Dafne Musolino attuale Assessore del Comune di Messina, tra l’altro con le deleghe alle politiche ambientali e ai rapporti con Messina Servizi Bene Comune, è stata nominata Presidente della SRR Messina Area Metropolitana. La stessa, nella qualità di Presidente SRR, dovrà sostenere la difesa del Piano TARI presso l’Arera.

Come è evidente siamo di fronte ad un straordinario pasticcio ed a quella che sembrerebbe una evidente trasgressione delle norme.

Giuseppe Campagna. Presidente del Consiglio di Amministrazione di ATM Azienda Municipalizzata – Cessato dall’incarico il 08/07/2019 è stato nominato presidente della ATM S.p.A il 17/06/2019.

Roberto Cicala esperto del Sindaco De Luca e, dal 04/08/2018, componente del Consiglio di Amministrazione AMAM SPA, Azienda Meridionale Acque è stato nominato, il 07/10/2019, all’atto della costituzione, Presidente della Patrimonio Messina SPA.

Federico Basile, già Revisore dei Conti del Comune Di Messina, che fino al 27/10/2020 aveva ricoperto l’incarico di esperto a pagamento del Sindaco De Luca, è stato nominato, il 28/10/2020, Direttore Generale del Comune di Messina. Per tale nomina è già pendente un procedimento di vigilanza avviato dall’ANAC, Autorità nazionale anticorruzione (come già riportato dagli organi di stampa)

Salvo Puccio, già esperto a pagamento della Città Metropolitana nominato da De Luca e Presidente di AMAM SpA con deleghe di Direttore Generale, è stato assunto con Determina Sindacale dirigente esterno a tempo determinato della Città Metropolitana di Messina il 1 febbraio 2021. Anche per la nomina di Puccio pende un’istruttoria ANAC in corso (come segnalato dalla stampa locale). Si aggiunga che per lui potrebbe concretizzarsi la possibile decadenza del contratto perché il Bilancio della Città Metropolitana è deficitario, ed in questa fattispecie non è possibile assumere a dirigenti esterni tanto che si paventa un possibile intervento Corte dei Conti.

Pietro Picciolo è liquidatore di Innovabic, successivamente è stato nominato liquidatore di ATM, oltre ad essere consulente contabile tributario dal 11/3/2019 a Messina Social City.

Questi sono alcuni casi e forse non tutti.

Siamo di fronte ad uno scenario preoccupante. Da un lato il proliferare delle nomine, sta dentro una escalation di costituzione di aziende partecipate – spesso passate da amministratore unico a CDA con aggravio di costi attraverso le quali si sta tentando di depauperare la macchina amministrativa comunale costruendo una rete di soggetti direttamente dipendenti dal Sindaco. Dall’altro un valzer di nomi, sempre gli stessi e molti dei quali afferenti al circuito della FENAPI, che si spostano da una postazione all’altra, spesso anche mantenendo l’incarico precedente, sembrerebbe in evidente contrasto con le normative vigenti.

Ci chiediamo se, per queste reiterate nomine, non si prefigurino reati amministrativi sui quali non spetta alla politica valutare bensì alla Procura della Repubblica. Ci sfugge peraltro se in tali situazioni i responsabili anticorruzione abbiamo svolto il ruolo che gli compete per legge.

Per questo, attraverso la nostra deputazione nazionale e regionale, avvieremo i necessari atti ispettivi anche in sede parlamentare e li trasferiremo all’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) perché verifichi la regolarità delle nomine e alla Procura Regionale della Corte dei Conti per verificare eventuali danni erariali.

Certo è che la situazione è molto allarmante e se le nostre preoccupazioni fossero confermate saremmo di fronte ad un sistema malato. Forse è tempo di guardare e andare oltre De Luca”.