De Luca e “L’uomo trippa muscoli”: nel clima di attacchi ed offese, il sapore della sconfitta è scaricato sui dipendenti di Messina Servizi.
MESSINA, 4 AGO – Non piace il sapore della sconfitta al sindaco Cateno De Luca. Ed a chi piacerebbe, in effetti. Sconfitta, perché di questo si tratta riguardando quanto è accaduto ieri in aula consiliare con la terza bocciatura del Piano economico finanziario per Messina Servizi che prevedeva le nuove e salate tariffe della TARI.
Una sconfitta che De Luca non si attendeva ritenendo , anche questa volta, con la forza dell’ariete, di poter sfondare il debole fronte del Consiglio Comunale, erroneamente ipotizzando che anche questa volta il voto sarebbe stata una “pratica da sbrigare” con facilità e con la solita velocità. Ed invece così non è stato.
L’aula consiliare si è mostrata estremamente ostile al Sindaco, fin dalla prima votazione. Ma De Luca non sembra aver colto fino in fondo e nell’immediatezza questo clima, e non si è presentato in aula neanche questa volta. “E che ci vado a fare in aula. Io non ho tempo da perdere ed avevo detto che non ci sarei andato più“, ha detto il sindaco stamattina “tanto per“. Eppure la sua presenza avrebbe potuto forse evitare che l’assessore Musolino presa dalla foga di difendere l’operato dell’amministrazione, in aperta polemica in risposta agli attacchi dei consiglieri, venisse letteralmente buttata fuori dal presidente Cardile, accompagnata dagli agenti di Polizia Municipale che lei stessa coordina. Un gesto questo da parte del solitamente tranquillissimo e compassato presidente del Consiglio Comunale, che denota una misura colma.
Ma se la misura era colma, oggi lo è ancora di più. I toni della “politica” anche oggi in uso al Sindaco De Luca non sanno più di “politica”. Un ennesimo scadimento che con il suo appellativo “trippa muscoli”, riferito a chi ha cercato di regolare la discussione in aula anche con estreme misure, come quella di togliere la parola all’assessore al ramo dell’ambiente, risulta ormai davvero oltre ogni limite.
Non esiste da tempo il politicamente corretto: c’è chi può attaccare senza quartiere e chi invece non deve permettersi di farlo, anche se si tratta di mero esercizio di una funzione democratica e prevista dal regolamento comunale.
La verità è che De Luca è ferito. Il risultato della terza bocciatura della ostinatamente reiterata delibera relativa alla Tari ha una valenza politica rilevantissima. La verità che ne discende è una ed una sola e esposta alla città fin dal primo momento dell’elezione di De Luca: il sindaco NON ha una maggioranza, e dovrebbe prenderne atto. Quando un’amministrazione non dispone della possibilità di governare non disponendo di una maggioranza che glielo consente non dovrebbe fare altro che dimettersi.
Oltre gli insulti, ennesimi, oltre la presa di posizione del Consiglio Comunale, oltre la decisione di mettere alla porta in modo estremamente determinato l’assessore Musolino, emerge chiaramente una spaccatura insanabile tra amministrazione e consiglio che risale al cartello degli “asini volanti”. Una spaccatura che oggi costa cara, anche e soprattutto per le scelte amministrative operate in Messina Servizi, con la richiesta di cassa integrazione per gli oltre 500 dipendenti inviata ieri con Pec dal presidente del CDA Pippo Lombardo. Perché si è arrivati a questo? Per il voto contrario dei Consiglieri? Come dice De Luca per manovre di potere? La risposta potrebbe essere questa e va letta e riletta ad ogni dipendente di Messina Servizi: “De Luca insiste in maniera parossistica su questa delibera– scriveva ieri MessinAccomuna in una nota consegnata ai social – Ha un disperato bisogno di 6 milioni in più. Se, come dice, vuol ricorrere (anche qui, in maniera totalmente impropria) alla Cassa Integrazione, vuol dire che i soldi del vecchio piano non gli bastano: avrà già speso più dell’anno scorso o ha necessità di farlo, scaricando comunque sui lavoratori il costo di una gestione irresponsabile?”.