CSA, CGIL, CISL: “Programmazione turni del personale della Polizia Municipale. È il momento di dire BASTA!”
MESSINA, 3 AGO – Le OO.SS. firmatarie non possono non stigmatizzare quanto in atto sta avvenendo nel predisporre i turni di servizio:
• Mancato rispetto delle fasce orarie di turnazione esplicitate nel regolamento inerente l’orario di lavoro;
• Mancato rispetto della pausa tra un turno e l’altro previste dal Dlgs n. 66/2003;
• Comunicazione dei turni di servizio. Ogni lavoratore viene a conoscenza del proprio turno solo poche ore prima di effettuarlo, normalmente dopo le ore 14,00 del giorno precedente, spesso anche con turni modificati rispetto alla programmazione del personale in alcuni reparti;
• Mancata programmazione mensile, per dare sicurezza sia ai servizi sia ai lavoratori che hanno diritto a programmare la propria vita sociale, che invece viene passata ad aspettare la comunicazione dei turni.
Come ogni anno, in questo periodo, ci troviamo di fronte a turni massacranti, spesso senza il rispetto dei periodi di riposo fra un turno ed il successivo (che di norma non deve essere inferiore alle 11 ore), lunghi periodi di giorni lavorativi senza poter usufruire del riposo settimanale (di norma un giorno alla settimana e comunque non si può impegnare il lavoratore, per motivate esigenze, per più di 12 giorni consecutivi, al termine del quale lo stesso ha diritto a due giorni consecutivi di riposo più le 11 ore fra l’ultimo turno ed il turno successivo) e ad un’assenza cronica di programmazione lavorativa.
Ci chiediamo, ma il regolamento dell’orario di lavoro approvato con Delibera di Giunta n° 285 del 24 maggio 2021 era uno scherzo? O questa Amministrazione è solo molto attenta a rimarcare gli obblighi a cui, giustamente, devono attenersi i dipendenti, ma si dimentica, o più semplicemente è molto più indulgente con i propri doveri?
Se quanto sopra è una chiara violazione delle norme contrattuali, quest’ultimo problema “lede la dignità del lavoratore, tutelata dall’art. 32 della Costituzione”.
La Suprema Corte ha, infatti, evidenziato come la comunicazione dei turni di lavoro in un tempo “ragionevole” si ponga quale condizione necessaria alla tutela delle esigenze di programmabilità del tempo libero da parte del lavoratore. Esigenze che sono costituzionalmente tutelate, in virtù del rilievo sociale che assume lo svolgimento di attività sportive, ricreative, culturali, sociali, politiche, scolastiche ecc., o anche di un secondo lavoro (nel caso in cui non sia prevista una clausola di esclusiva) da parte del lavoratore.
L’intervento esegetico che la Suprema Corte ha spiegato nella sentenza n. 12962 del 21 maggio 2008 consegue che la comunicazione dei turni di lavoro senza un congruo preavviso lede la dignità del lavoratore, tutelata dall’articolo 32 della Costituzione, condizionando negativamente la gestione del proprio tempo libero, al punto da configurare un danno risarcibile.
Con la sentenza n. 21562 del 3 settembre 2018 la Cassazione torna sul tema del diritto del lavoratore a poter organizzare il proprio tempo di vita. Si legge nelle motivazioni: “nei rapporti di lavoro, siano essi a tempo pieno o a tempo parziale, il tempo libero ha una sua specifica importanza …. ne consegue che se è evidentemente consentito al datore di lavoro organizzare l’attività in turni di servizio, ciò nonostante, pur in assenza di disposizioni specifiche di legge o di contratto, questi devono essere portati a conoscenza del lavoratore con un ragionevole anticipo così da consentire loro una programmazione del tempo di vita”.
Si chiede:
1. l’immediata applicazione della definizione mensile del piano di turnazione del dipendente, così come previsto dall’art. 5 comma 2 del predetto regolamento;
2. il rispetto dei turni di lavoro come previsto (eliminando turni di lavoro fantasiosi);
3. rispetto della pausa tra un turno e l’altro;
4. l’attribuzione dei buoni pasto nei casi previsti.
Per quanto superiormente esposto, si DIFFIDA a procedere con effetto immediato a rimodulare i servizi come richiesto, con avvertenza che nel denegato caso contrario si procederà a notiziare il competente “ratio materia” Ispettorato del Lavoro nonché ad agire per le tutele previste dalla legge a favore di tutti quei lavoratori che ne faranno richiesta.
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