TARI – De Luca un passo indietro. Prima “licenzia” e poi “riassume”. Confermati i 32 di Messina Servizi che non voleva rinnovare
MESSINA, 2 AGO – Come ti annuncio un problema e come te lo risolvo in 24 ore. Ovver0 dalla tragedia al lieto fine nella vicenda TARI. Scritti ambedue dallo stesso autore. De Luca passa così dal “Ho il cuore in pezzi” alla “commozione si taglia con un coltello” in solo un giorno. Passando così dalla determinazione di porre in cassa integrazione 120 dipendenti, non riconfermare i 32 a tempo determinato, al “nulla di fatto” e riassunti tutti. Almeno è quanto scrive lui stesso sulla sua pagina social, infuocata in queste ultime 24 ore da commenti non sempre lusinghieri per il Sindaco in campagna elettorale per le regionali. Commenti che probabilmente gli hanno fatto sentire il peso di un errore di valutazione, facendogli anche comprendere che il “siluro” partito verso i consiglieri comunali, rei di non aver approvato i suoi aumenti TARI, aveva già cambiato rotta, dirigendosi verso di lui.
“La commozione si tagliava con il coltello … Abbiamo firmato il rinnovo dei 32 lavoratori e lavoratrici e le loro lacrime di gioia hanno ancora rafforzato la mia convinzione che il mondo non può essere condizionato dai professori e professoresse del combinato disposto dell’articolo vattelo a pesca del partito del 27 (stipendio sempre garantito) sulla pelle dei lavoratori precari o facendo saltare nuove opportunità lavorative“.
Fin qui l’annuncio, sempre che non vi siano altri colpi di scena o sorprese dell’ultima ora. E poi il Sindaco scrive: “Stavolta sono stato contrastato anche dal mio segretario generale a cui auguro le migliori fortune ma io non me la sono sentita di gettare sul lastrico 32 famiglie ora ed altre 110 famiglie a fine anno senza tentare questa ulteriore soluzione che mi espone ad attacchi e denunzie ma che mi fa stare a posto con la mia coscienza. Se i consiglieri comunali la smetteranno di consumare faide sulla pelle della povera gente avranno il mio plauso …“. Ma evidentemente non appare chiaro come gli aumenti TARI non sono stati approvati dal Consiglio Comunale esclusivamente in base all’esercizio di un diritto e di un dovere. Il diritto di dissentire, democraticamente riconosciuto a tutti, ed il dovere di rappresentare il popolo che ha eletto ogni consigliere. Dunque non di faide ma di esercizio della democrazia si tratta. E adesso si può dare il via ai selfie, ma a dinamiche più chiare e palesi.