120 views 2 min 0 Comment

TEATRO DI MESSINA: Il Sindacato automono Siad Cisal ha abbandonato il tavolo di contrattazione convocato dal Soprintendente Gianfranco Scoglio

- 21/07/2021
00041 Copia.MTS .00 00 58 10.Immagine001

TEATRO DI MESSINA: Il Sindacato automono Siad Cisal ha abbandonato il tavolo di contrattazione convocato dal Soprintendente Gianfranco Scoglio

 

MESSINA, 21 LUG – “Non riesco a comprendere come faccia il Sovrintendente del Teatro di Messina a manifestare soddisfazione in merito ai risultati raggiunti. I dipendenti di ruolo del Teatro sono stati costretti ad adire le vie legali a causa del mancato riconoscimento dell’applicazione in toto del Ccnl, in merito all’inquadramento e alle progressioni. Anche il salario accessorio dei dipendenti ha subito un ridimensionamento con sostanziale decremento della busta paga”. Così Clara Crocè, SIAD – CISAL, dopo aver abbandonato il tavolo di contrattazione convocato dal Gianfranco Scoglio, Soprintendente del Teatro di Messina.
“Questi non sono solo gli effetti del Covid ma di problemi che ancora oggi rimangono nei cassetti” ha continuato Crocè.
“Se è pur vero che il Teatro nel 2021 riuscirà a stabilizzare 9 unita’ di personale tecnico a 18 ore settimanali è però innegabile che l’attuale governance passerà alla storia per avere affossato la gloriosa Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele. Secondo quanto affermato dal Sovrintendente non possibile programmare la nuova stagione con 900 mila euro di fondi in meno per cui nessuna speranza di sottoscrivere i Contratti. A questo punto vogliamo un incontro con il CDA e con la direzione artistica dell’Ente Teatro” ha detto ancora Clara Crocè. “E’ giunta l’ora di comprendere qual è il futuro del Teatro Vittorio Emanuele, l’unico Teatro in Sicilia che Ancora non ha ancora ripreso l’attività, e quale prospettiva ci sia per l’orchestra, che è necessario ricordare, come in un anno e mezzo ha lavorato solo per 30 giorni, di cui solo tre effettivamente pagati. Tre giorni di lavoro ‘fruttati’ 130 euro, e che per il Gran Galà i professori d’orchestra sono stati costretti a rivolgersi ad un legale facendo causa al Teatro per avere riconosciuto il loro giusto compenso” ha concluso Clara Crocè .