Operazione “scrematura” della Polizia Municipale di Messina: CSA e SILPOL, “senza comandante, senza nuove risorse e adesso con agenti a rischio”
MESSINA 16 LUG – Il Corpo di Polizia Municipale continua a non avere quella giusta attenzione e quella “quadra” che nessuna amministrazione comunale negli ultimi tempi è riuscita a trovare. Anziano, tra quelli più anziani d’Italia per età media, con i conseguenti “acciacchi” dell’età stessa e del servizio non sempre facile da svolgere, ed ormai in endemica carenza d’organico, dopo che il suo dirigente Domenico Signorelli, andando in ferie, ha concluso il suo periodo di servizio, procedendo verso la messa in quiescenza, il Corpo continua, ancora oggi, a non essere correttamente rappresentato ed anche ben difeso da una figura apicale, un comandante, che possa essere riferimento per le forze di polizia locale che vi lavorano al suo interno.
E’ la sintesi di quanto esposto in due note stampa distinte, ma che convergono in molti punti oggettivi, diffuse dai sindacati SILPOL e CSA. SILPOL in particolare si rivolge, per la seconda volta, al Prefetto di Messina, oggi la Di Stani, ieri la Librizzi, per chiedere che venga garantito, anche con un incontro, “il rispetto di regole per una Forza di Polizia, la Municipale, che è parimenti esposta alle altre Forze e che necessita di un’adeguata azione di monitoraggio sui procedimenti che vengono messi in atto per consentirne una regolarità di funzionamento ed al tempo stesso garantire la serenità di comportamento e di azione lavorativa dei suoi appartenenti”.
In particolare, oltre che sulla nomina di un comandante che il SILPOL sottolinea, questa Amministrazione non ha mai voluto nominare affidando in surroga l’incarico al dirigente del settore, Domenico Signorelli, nello specifico, l’accento va anche sulle modifiche che sempre l’Amministrazione De Luca ha apportata all’Organigramma ed al Funzionigramma “con accorpamenti di Sezioni, uffici e servizi, in assenza di quella guida autorevole, specialistica e competente, ha ancora più appesantito le criticità di un sistema, la Polizia Municipale, carente nell’organico ed anagraficamente datata che la allontanano come modello da quello delle grandi città metropolitane e ne acuiscono fortemente la capacità di risposta territoriale”. Insomma un’azione di divisione e di spaccamento che il SILPOL disegna come una “continua interferenza della parte politica negli assetti organizzativi e gestionali ed ancor più nella pianificazione del personale costituiscono un serio allarme nel poter assolvere, in modo scevro da condizionamenti, la enorme mole di pratiche che fanno riferimento alla struttura del Corpo”. Il Corpo di Polizia Municipale, infatti, attualmente risulta carente di figure intermedie, come dire tutti comandanti e pochi marescialli, che, secondo il SILPOL, potrebbe generare “una deregulation dei processi, anche delicati, che stanno alla base del suo buon funzionamento e possono degenerare in responsabilità personali che lederebbero la serenità e l’integrità lavorativa degli addetti“.
Altra questione è quella della pianta organica che è carente e sofferente a causa dell’intensità del servizio, oggi più che mai gravato da orari al limite delle regole sindacali e non sempre consapevole del numero esiguo di unità a disposizione. Unità che molto presto, sottolinea il SILPOL ed il CSA, saranno ancora meno di quante se ne possano avere adesso con la “fuoruscita dei 46 agenti a tempo determinato e che andrebbero ricontrattualizzati“.
E poi c’è la questione che più di tutte è destinata a tenere banco molto presto con quell’operazione “scrematura“, come la definisce il SILPOL, volta ad una modifica dei profili professionali di coloro che per età e di patologie sopraggiunte non sono più in grado di svolgere servizi esterni viabili e che svolgono, però, attività interna d’ufficio che in moltissimi casi ha competenza e natura specialistica ed autonoma rispetto a quanto accade all’esterno e che non può di certo essere svolta da personale civile, vista la delicatezza di molti incarichi.
L’operazione “scrematura“ in sostanza vorrebbe far diventare civili tutti quegli agenti di Polizia in servizio negli uffici non più idonei a servizi esterni o per cause di servizio che li hanno resi inabili o per motivi di età. Come dare il ben servito a chi fino ad oggi ha correttamente operato togliendogli la divisa ed il grado e trasformandolo in personale civile. L’obiettivo sarebbe quello di concretizzare, in danno di lavoratori senza alcuna colpa, un “risparmio” per l’amministrazione, che però, e bene chiarire subito, di fatto non esiste né potrà mai esistere, in quanto abbondantemente normato dalla Legge.
Questo punto, quello sul tentativo di “scrematura” in particolare, bene lo chiarisce Pietro Fotia segretario generale del CSA Regioni Autonomie Locali con la seguente nota dura e ferma: “La mobilità di personale del Corpo di PM, idoneo alle mansioni anche se parzialmente o con limitazioni temporanee, ai ruoli “civili” è un’ operazione assolutamente scriteriata in quanto esistono attività di polizia locale che si svolgono prevalente all’interno degli Uffici, e che domani dovranno essere svolte da chi oggi è sulla strada, abbandonando la città al suo destino, con violazioni di ogni genere. Da precisare e chiarire, inoltre, che non ci sarà alcun risparmio per il bilancio comunale per il divieto di “reformatio in peius” della retribuzione ed anche perché le somme che non dovranno essere più erogate per gli istituti di competenza di salario accessorio verranno utilizzate, ma sempre nel fondo per il personale non per spese di bilancio, per finanziare altri istituti sempre a favore del personale. Quindi sarebbe opportuno dedicarsi ad ampliare la dotazione del Corpo, accelerandone le procedure, come più volte da noi richiesto e successivamente accolto dall’amministrazione, per la conferma del contratto dei 46 nuovi assunti, operando con celerità sul piano assunzionalo dei fabbisogni, per editarlo prima delle ferie alla Cosfel, in caso di ritardo o di parziale finanziamento da parte del Ministero. Tali situazioni, purtroppo accadono esclusivamente perché ormai da anni non esiste più un comandante…se ci fosse, sicuramente tutto si risolverebbe, e non ci sarebbero “pressioni esterne”.
Altra vicenda dove si è vista la totale assenza di un apicale con piena competenza, è quella che attiene l’istituto del salario accessorio la c.d. indennità di funzione, che riguarda il personale che svolge determinate attività, e che sta creando molti malcontenti a causa di errate interpretazioni nascenti dalla non completa conoscenza di quali siano le funzioni di polizia. Stiamo cercando di risolvere con obiettività i problemi inerenti tale istituto, con la speranza che non si debba adire la competente autorità, ma sicuramente sarà di ausilio in questa vicenda l’intervento dei massimi vertici burocratici (ndr il segretario ed il direttore generale) che si sono mostrati sensibili alla problematica”.
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