Fotia, CSA ad Amministrazione comunale: “Con variante Delta necessario più che mai tutelare lavoratori fragili anche se vaccinati. Restano soggetti a rischio”
MESSINA, 13 LUG – “Alla luce del diffondersi della variante Delta del Covid-19 è quanto mai necessario tutelare la categoria dei dipendenti considerati ‘fragili’ che lavorano nel Comune e nella Città Metropolitana di Messina” lo scrive Pietro Fotia, Segretario generale di CSA, in una nota al Sindaco Metropolitano Cateno De Luca ed al Segretario Generale alla luce dell’ultima disposizione organizzativa proprio del Segretario Generale della Città Metropolitana, volta a rivedere la posizione di lavoratori cosiddetti ‘fragili’ e già vaccinati e posti in smart working.
“La disposizione del Segretario Generale deve tener conto, scrive Fotia di CSA, della variante Delta che sta aumentando i livelli di contagio in maniera esponenziale, ed è fuori di dubbio che ancorché vaccinati tali lavoratori incorrono in pericoli ben diversi e gravi rispetto ai soggetti che non hanno situazioni patologiche in corso o permanenti. Inoltre le richieste circa dati sensibili di carattere sanitario in questi giorni pervenute ad alcuni dipendenti non da parte del medico competente ma probabilmente in ottemperanza dell’ultima Ordinanza del Presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, costituiscono una violazione della privacy anche alla luce della censura del Garante della Privacy proprio in merito a tale ordinanza regionale.
E’ necessario ricordare che altri Enti Locali hanno diversamente modulato tale rivalutazione visto che l’hanno procrastinata sulla scorta della norma che pone la fine emergenza al 21 dicembre di quest’anno. Tali Enti hanno prudenzialmente lasciato in lavoro agile i soggetti con fragilità confermata dal medico competente, al fine di garantire la loro sicurezza” continua Fotia. “Alla luce di quanto esposto questo sindacato CSA invita il Segretario Generale e l’Amministrazione a voler confermare lo stato di fragilità anche dei lavoratori vaccinati e di prolungarne la condizione di messa in lavoro agile almeno fino alla fine dello stato di emergenza, anche nel rispetto del mantenimento della quota minima obbligatoria prevista ma che può essere anche innalzata proprio stante l’emergenza. Ricordiamo ancora all’Amministrazione che il vaccino NON RENDE IMMUNI, ma riduce solo il rischio di ospedalizzazione a causa di gravi conseguenza scaturite dal virus. Conseguenze che però in soggetti già sofferenti di patologie importanti e riconosciute, anche in presenza del vaccino, potrebbero essere non lievi” conclude Fotia.