VIDEO – Dopo Nemo: la mamma di Peter “Quattro ore di attesa per bambini malati di SMA in salette non sterili! La pagherete!”
6 luglio
“Stiamo attendendo da due ore e mezza con i nostri figli malati ed immunodepressi in salette d’attesa a contatto con tutto. Dopo quattro ore e mezza la dottoressa (Sonia Messina, U.O. Neurologia ndr.) è finalmente arrivata e stiamo ancora aspettando“.
E’ l’amaro racconto di una delle mamme dei bambini malati di SMA che erano seguiti dal centro clinico NEMO Sud di Messina che dal 30 giugno ha chiuso forzatamente i battenti per una convenzione con il Policlinico che l’ostinazione da più parti non ha confermato. Un racconto quello di Valentina Valenti, mamma di Peter, il bimbo tornato dall’Inghilterra per curarsi a Messina, che non lascia spazio ad interpretazioni ma colma sicuramente il vuoto delle domande senza risposta fino ad oggi sul come sarebbe stato il dopo di Nemo.
“Dopo ore di attesa è arrivato un dottore che ha posto alcune domande abbastanza ridicole sulla SMA dimostrando di molto impreparato sull’argomento SMA. Ma lo sapevamo che senza Nemo si sarebbero perse le professionalità specializzate” continua la mamma di Peter. Attesa ed ancora attesa per poi rinviare i bambini ad altra data.
“Il Commissario del Policlinico aveva dato certezze sulla capacità del nosocomio universitario, e lo stesso Assessore Razza si era premurato di confermare la sua massima fiducia al Gaetano Martino per il percorso di transizione. Ma ‘l’andrà tutto bene’ – che, quasi, poteva lasciar intendere che di un centro specializzato come il NeMO non ci fosse neanche reale bisogno- era evidentemente la classica frase fatta per mettere una toppa con uno spot fumoso. La realtá, però, ci mette poco ad emergere e sbatte in faccia con tutta la forza possibile. In faccia a dei bambini (stamattina erano in due) che di queste incapacità sono vittime” hanno oggi dichiarato GianGiacomo Palazzolo, Eleonora Urzi Mondo e Francesco De Pasquale di Azione Sicilia. Dichiarazioni che pesano come pietre.
Indignazione anche di Antonio De Luca, deputato regionale del Movimento 5 Stelle: “Come previsto, la chiusura del Centro Nemo Sud sta causando i primi enormi disagi ai malati e alle loro famiglie. Il racconto della mamma di Peter la dice lunga su quello che potrebbe accadere d’ora in avanti a tutti quei pazienti affetti da gravi malattie neuromuscolari che necessitano di cure e assistenza specialistiche.
Il Nemo Sud poteva contare su personale medico e infermieristico altamente specializzato, che conosceva la storia clinica di ciascun paziente ed era in grado di seguire in maniera puntuale ed approfondita ogni singola persona. In questo momento, il Policlinico di Messina non può garantire il medesimo livello di efficienza nell’ambito delle normali attività dei reparti coinvolti.
L’approccio multidisciplinare, che caratterizzava il Nemo Sud grazie alla presenza di varie e qualificate professionalità, non è facilmente replicabile e questo rischia di penalizzare i pazienti oltre ogni misura. Il Governo Musumeci è responsabile di questa situazione, perché non è riuscito ad evitare che si arrivasse alla chiusura del centro specializzato in malattie neuromuscolari. Musumeci ed il ‘riabilitato’ Razza sono intervenuti tardivamente e, di fatto, senza trovare una soluzione idonea per i pazienti e le loro famiglie. Non si può restare indifferenti dinanzi allo sfogo della madre di Peter ed è soprattutto a lei e a tutti i familiari delle persone più vulnerabili che la Regione deve dare risposte concrete. Fino ad oggi abbiamo assistito a inutili proclami del Governo Musumeci, che nulla ha fatto per salvare il Nemo Sud, con il risultato che il Centro ha chiuso i battenti ed i pazienti sono stati abbandonati al loro destino” ha concluso Antonio De Luca.
Abbiamo chiamato stamattina il direttore sanitario del Policlinico di Messina Nino Levita nelle more dell’attesa dei due bimbi, soprattutto per chiedere se fosse vero che la dottoressa Sonia Messina non fosse presente, come sosteneva Valentina Valenti.
“La dottoressa è in sede” ha risposto Levita. Presente ma assente al tempo stesso, visto che è arrivata in reparto dopo ben quattro ore di attesa da parte di due bambini immunodepressi lasciati ad attendere in locale NON STERILE ed a contatto con altre patologie. Insomma è questo il quadro che rappresenta quel “Policlinico pronto a sostituire Nemo”, che pronto non è sembrato affatto alla prima “chiamata alle armi”. Perché qui di vita si tratta e lo sanno bene le mamme di questi piccoli malati. “Ecco chi ci va di mezzo. La pagherete!” scriveva ancora Valentina Valenti in un post.