Musumeci conferma: “Dal 21 in Sicilia zona bianca, ma non si abbassi la guardia”
7 giugno – «Quando la Sicilia era in zona gialla, le altre erano in arancione. L’Isola sta scontando l’ultima zona rossa che dopo Pasqua ci ha messo seriamente in difficoltà. Ma siamo tutti ottimisti e dal 21 giugno anche noi torneremo senza limiti, anche se bisogna continuare a osservare le regole della prudenza. La battaglia contro il virus non è vinta e non è il colore della zona che ci mette al sicuro. Quello che ci mette al sicuro è che anche l’ultimo cittadino siciliano sia sottoposto a vaccino». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci a Skytg24 .
«Finora sappiamo che chi si trova in Sicilia per motivi di necessità o di lavoro può essere sottoposto al vaccino. Noi speriamo di ottenere che anche il turista che si trova in Sicilia possa essere vaccinato. Credo che sia necessario conciliare la programmazione della vacanza, che non sempre è un fatto autonomo, con il richiamo del vaccino. Si può mettere il turista nella condizione di andare in vacanza e di sottoporsi al vaccino. Stiamo trattando con il generale Figliuolo e sono convinto che prevarrà il buon senso» a detto ancora il Presidente.
E poi il presidente si è espresso anche in merito alle discoteche, ultima attività in attesa di notizie e regole di riapertura, «Anche noi abbiamo ricevuto lamentele dai gestori delle discoteche. credo che la politica debba essere prudente, fare un passo indietro e lasciare campo alla scienza. Se ci sono le condizioni perché le discoteche possano ospitare un certo numero di ospiti credo che le discoteche possano aprire a fine giugno. C’è un indotto molto significativo ed è giusto che anche questi operatori economici abbiano un po’ di respiro».
Soddisfazione sul fronte vaccini: «Abbiamo affrontato settimane difficili per superare il partito dei recalcitranti e dei diffidenti al vaccino – ha detto -. Ma l’apertura ai giovani ha avuto delle risposte straordinarie segno evidente che c’è una diffusa cultura del vaccino che diventa cultura della prevenzione. Nei giovani c’è una maggiore consapevolezza e responsabilità dell’utilità del vaccino rispetto agli over 60».