SEXTIES, PEDOFILIA E MALAGESTIO: Papa Francesco aggiorna il libro VI° , via stipendi e pensioni ai preti immeritevoli
2 giugno – di Giuseppe Bevacqua
“Finalmente” verrebbe da dire. Chi aspettava questa riforma da Papa Giovanni Paolo II ed era rimasto deluso, chi aveva visto Papa Raztinger metterci le mani per poi addirittura fare il gran rifiuto e ritirarsi a vita privata, oggi finalmente, appunto, assiste a ciò che doveva essere fatto da tempo. Il libro Sesto del Codice di diritto Canonico, dalla sua pubblicazione negli anni ’70, viene revisionato ed aggiornato ai tempi da Papa Francesco. La necessità di revisione si sentiva da tempo, nel rispetto dei diritti delle vittime e per arginare la confusione ed anche l’impunità che spesso derivava da norme vecchie e non più adeguate, oltre che all’eccessiva libertà di vescovi non sempre propensi ad agire contro chi si macchia di reati di pedofilia.
“Negli ultimi anni, come è stato evidenziato da più parti durante il lavoro di revisione dell’apparato normativo, il rapporto di compenetrazione tra giustizia e misericordia, ha subito, talvolta, un’erronea interpretazione, che ha alimentato un clima di eccessiva rilassatezza nell’applicazione della legge penale, – è l’opinione di monsignor Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi – in nome di una infondata contrapposizione tra pastorale e diritto, e diritto penale in particolare”.
“La presenza all’interno delle comunità di alcune situazioni irregolari – ha continuato – ma soprattutto i recenti scandali, emersi dagli sconcertanti e gravissimi episodi di pedofilia, hanno, però, fatto maturare l’esigenza di rinvigorire il diritto penale canonico, integrandolo con puntuali riforme legislative; si ”è avvertita l’esigenza – spiega in conferenza stampa – di riscoprire il diritto penale, di utilizzarlo con maggior frequenza, di migliorarne le possibilità di concreta applicazione”, per meglio definire “un quadro sistematico e aggiornato della realtà in continua evoluzione”.
La revisione dei canoni del libro VI che verranno abrogati dall’8 dicembre prossimo venturo, è basata su una maggiore precisione e determinatezza sia dei reati, sia delle sanzioni e delle pene, che prima erano lasciate troppo alla discrezionalità dei vescovi, perseguendo quello che deve essere il principio di base: la tutela della comunità dei fedeli e l’attenzione alla riparazione e risarcimento del danno subito. Ne va della stessa coesione e credibilità della Chiesa.
Nella revisione prevista da Papa Francesco e pubblicata nella forma di una Costituzione apostolica, “Pascite gregge Dei” ha inserito reati prima rimasti fuori come la corruzione in atti d’ufficio, oppure nuovi reati come: l’omissione dell’obbligo di eseguire una sentenza penale e appunto l’omissione dell’obbligo di dare notizia della commissione di un reato. Tra i delitti puniti anche la tentata ordinazione sacerdotale di donne. Quanto alla pedofilia i reati saranno catalogati sotto la voce dei reati contro gli obblighi speciali dei sacerdoti, ma come reati contro la dignità della persona. E potranno essere perseguiti anche nei confronti dei religiosi non sacerdoti e di laici che occupano ruoli nella Chiesa. Verranno puniti anche gli abusi sessuali contro persone adulte, commessi con violenza o abuso di autorità. Un nuovo corso che avrà efficacia per i reati commessi dopo l’entrata in vigore dei nuovi canoni, mentre per quelli commessi prima varranno i canoni che verranno abrogati. Una mancanza di retroattività che tutela i rei in epoca precedente ai nuovi canoni almeno fino alla condanna definitiva.
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