L’OPERAZIONE ANTIMAFIA “PROVINCIALE” CONFERMA LA PRESENZA PERVASIVA DELLÀ CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
LA POLITICA MESSINESE METTA AL CENTRO LA LOTTA ALLE MAFIE
Si cancelli ogni zona grigia e si attuino politiche sociali che aggrediscano l’egemonia su interi pezzi di città
10 aprile 2021 – nota stampa di Articolo Uno
Le prime risultanze dell’Operazione Antimafia “Provinciale” evidenziano la presenza strutturale delle organizzazioni mafiose nella città di Messina.
Scommesse, estorsioni, gestione delle piazze di spaccio: lo scenario che emerge dalle indagini conferma gli ambiti di azione delle mafie, orientate da una lato all’arricchimento illecito dall’altro al pieno controllo del territorio. Non è un caso che i boss svolgano, come nella tradizione mafiosa, il ruolo di risolutori e gestori di “controversie” territoriali esercitando forme di violenza e predominio costante e continuativo. A ciò si aggiunge che dalle indagini emergerebbero contatti e collegamenti con alcuni esponenti della politica locale a conferma di una capacità di infiltrazione e pervasività della presenza mafiosa in tutti i contesti della vita cittadina.
Le azioni di contrasto messe in atto da Magistratura e Forze dell’Ordine colpiscono sistematicamente le famiglie mafiose che, meno forti che in passato, però ritrovano sempre la capacità di riorganizzarsi e di aggredire l’asfittica economia cittadina.
Negli ultimi mesi il dibattito politico si è incentrato sui temi della riqualificazione e della rigenerazione urbana legata alle questioni del fronte mare e del risanamento delle zone baraccate. Non basta limitare il confronto a questi e ad altri argomenti, ma occorre porre al centro il contrasto alla presenza delle mafie in città. È inimmaginabile pensare ad un riscatto della nostra comunità senza costruire, attraverso azioni mirate, percorsi di liberazione dalla presenza mafiosa. Le mafie sono causa ed effetto del sottosviluppo che attraversa interi ambiti della vita dei messinesi. Le mafie sono l’elemento scatenante della povertà economica, sociale, culturale ed educativa che caratterizza intere porzioni di territorio. Si pensi soprattutto alle periferie a ridosso del centro urbano, a nord e a sud, dove la presenza delle famiglie mafiose è più strutturata e radicata e di come la vita di decine di migliaia di persone sia drammaticamente segnata, almeno in termini di opportunità di partenza. I dati sulla distribuzione della ricchezza, la devianza sociale, la dispersione scolastica sono l’emblema di diseguaglianze sociali rispetto alle quali il fenomeno mafioso svolge una funzione di moltiplicatore all’ennesima potenza.
In questa direzione l’azione repressiva è importante per questo, nei mesi scorsi, attraverso il gruppo parlamentare di LeU alla Camera abbiamo chiesto un’attenzione particolare su Messina ottenendo una risposta positiva dal Governo. Occorre, però, che accanto al lavoro instancabile di magistrati e forze dell’ordine, la lotta alle mafie diventi una priorità per la politica. Innanzitutto, si crei una cesura definitiva, estirpando il cancro di collegamenti inaccettabili sia nella ricerca del consenso che nella gestione dei rapporti sul territorio. Ma soprattutto si immagini un piano organico di politiche pubbliche che sostengano azioni di welfare di comunità, percorsi educativi e di supporto scolastico, interventi di prossimità che aggrediscano le diseguaglianze socio-economiche anche attraverso soluzioni innovative e sperimentali. Senza politiche sociali di qualità e capaci di costruire un nuovo rapporto tra istituzioni e cittadini, le mafie rischiano di avere una marcia in più in termini di risposta ai bisogni e alle esigenze delle persone.