
Astrazeneca: urgono risposte dall’AIFA. I morti non possono essere statistiche. Mentre si pensa ad un richiamo “diverso”
5 aprile 2021
Troppi collaterals, o troppo pochi per le statistiche sui vaccini? Una linea rossa sottile dal punto di vista scientifico per le rilevazioni ai fini della “sicurezza” di un vaccino, una linea enorme dal punto di vista etico e morale. I morti non possono essere semplici statistiche, anche se evidenziati su un milione di dosi, ogni vittima non può essere solo un numero. Si tratta di persone. Giovani e in condizioni di salute ottimali.
Astrazeneca è un affare miliardario, questo non può essere dimenticato, ma l’AIFA e l’EMA devono dare indicazioni precise: lo chiedono i medici, lo chiede chi dovrà sottoporsi al richiamo nei prossimi giorni. Forze dell’ordine, insegnanti, militari, tra poco dovranno ricevere la seconda dose di un farmaco sul quale l’alea dei dubbi comincia a farsi sempre più ampia a cominciare dal protocollo di segnalazione all’AIFA di queste morti sospette.
Vaccinarsi è l’imperativo e tale resta, ma urgono risposte sul da farsi, protocolli che come in altri Paesi stanno prevedendo fasce di età ben precise, o alternative al richiamo con il farmaco anglo svedese. “Consigliare agli under60, che abbiano già ricevuto la prima dose di AstraZeneca, di farsi inoculare per la seconda dose un vaccino diverso a mRna (cioè quelli di Pfizer e Moderna)” è quanto, infatti, si legge nella bozza di decisione tedesca di queste ultime ore, mentre l’Olanda sospende le inoculazioni di Astrazeneca, “ma solo per risparmiare il vaccino” è la versione ufficiale. Ribadiamo urgono risposte chiare ed indicazioni alternative precise per garantire la fiducia ed una vaccinazione serena. Così come sono dovute risposte altrettanto chiare per le famiglie di chi ha visto morire il proprio caro a poche settimane dal vaccino.