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Mafia di Borgo Vecchio: nulla sfuggiva al controllo, droga, cantanti neomelodici, ladri di biciclette

- 25/03/2021
borgo vecchio

Mafia di Borgovecchio: nulla sfuggiva al controllo, droga, cantanti neomelodici, ladri di biciclette

 

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25 marzo 2021

Neanche i ladri di moto e biciclette sfuggivano al controllo della mafia di Borgo Vecchio. Anche loro erano tenuti a chiedere “autorizzazione” per i furti ed a verare al clan parte dei proventi delle loro azioni criminali, come il “cavallo di ritorno”. L’attività mafiosa del clan di Borgo Vecchio vede come personaggio di primo piano Salvatore Buongiorno, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Buongiorno era agente di molti cantanti neomelodici ed era lui a ricevere disposizioni su quali ingaggiare, sui compensi e sulle location. Gli ordini arrivavano da Tommaso Lo Presti, dai fratelli Gregorio e Tommaso Di Giovanni, da Angelo Monti, esponenti del mandamento mafioso di Porta Nuova. La gestione delle feste religiose da parte del clan mafioso è stato evidenziato dagli inquirenti nell’accertamento che la famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, la famiglia Tantillo, possedeva il controllo assoluto del comitato organizzatore della festa della patrona del quartiere “Madre Sant’Anna” che si organizza nel mese di luglio di ogni anno. Dalle indagini sono scaturite 15 misure cautelari a carico di presunti boss e gregari del clan. I cantanti e l’organizzazione delle feste venivano finanziati da estorsioni e “riffe”.

Un “sistema” che era tornato anche a gestire il traffico di droga. Monti avrebbe delegato, infatti, il nipote, Jari Massimiliano Ingarao, a gestire il traffico di stupefacenti. Il nipote di Monti obbediva alle indicazioni dello zio pur trovandosi ai domiciliari. Il traffico arrivava dalla Campania fino a Palermo dove lo stupefacente veniva affidato alle piazze di spaccio. Delegati alla gestione dell’attività di dettaglio della droga  i fratelli Gabriele e Danilo, Marilena Torregrossa, Carmelo Cangemi, Francesco Paolo Cinà, Saverio D’Amico, Davide Di Salvo, Giuseppe Pietro Colantonio, Salvatore La Vardera, Francesco Mezzatesta, Giuseppe D’Angelo, Nicolò Di Michele, Gaspare Giardina, Gianluca Altieri e Vincenzo Marino.

 L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, denominata Resilienza 2, costituisce il prosieguo del blitz che, il 12 ottobre scorso, aveva portato al fermo del presunto nuovo reggente della famiglia mafiosa, Angelo Monti, che, secondo i carabinieri del Nucleo operativo, aveva riorganizzato il clan affidando posizioni direttive a suoi uomini di fiducia come il fratello Girolamo Monti, Giuseppe Gambino, Salvatore Guarino e Jari Massimiliano Ingarao. Molti imprenditori- il particolare è emerso nel corso della prima tranche dell’inchiesta – si sono ribellati al pizzo e hanno collaborato con le autorità e contribuito a far arrestare gli estorsori.