Vasta operazione antidroga dei Carabinieri tra Reggio Calabria e Messina
2 marzo 2021
Una vasta operazione antidroga dei carabinieri è scattata alle prime luci dell’alba di oggi tra Reggio Calabria e Messina. Sono state eseguite sette misure cautelari, di cui quattro in carcere e tre ai domiciliari.
Si tratta di Pietro Gerace, 39 anni di Varapodio, di Giuseppe Ranieri, 59 anni di Varapodio, di Rosaria Ranieri, 22 anni di Varapodio sottoposta ai domiciliari, di Francesco Mangano, 31 anni di Oppido Mamertino, sottoposto alla misura cautelare in carcere, di Giovanni Maiorana di Messina, anch’egli in carcere, e di Pietro Mazza, 26enne di Messina e di Antonio Spizzica di 43 anni, di Gioia Tauro, sottoposti ai domiciliari.
Gli arrestati sono tutti accusati a vario titolo ed in concorso tra loro di detenzione, spaccio, acquisto e cessione di marijuana, hashish e cocaina. L’operazione è stata eseguita dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio dello squadrone Elitrasportato Cacciatori di Calabria e dai Comandi competenti per territorio. L’indagine è stata coordinata dal P.M. Giorgio Panucci della Procura della Repubblica di Palmi, ed ha preso le prime mosse nel gennaio del 2019 e conclusasi a luglio 2019, mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali ed altri metodi di indagine tradizionali.
Un vero e proprio gruppo criminale operante in Sicilia e Calabria ed avente come origine la cittadina di Varapodio ed inserita nella Piana di Gioia Tauro dove si cedeva la droga anche al dettaglio.
La droga oltre che ceduta in singole dosi veniva anche venduta mediante veri e propri traffici verso il messinese, grazie all’intermediazione della figlia di Giuseppe Ranieri, Rosaria, del genero Francesco Mangano e di Antonio Spizzica. Messina era così un’importante piazza di spaccio per il gruppo di Varapodio. Chi faceva arrivare la droga in città era Giovanni Maiorana, messinese, che si avvaleva anche dell’intermediazione di Pietro Mazza, anch’egli messinese. La sostanza ceduta ad ogni transazione era anche di svariati chili.
Nell’ambito delle intercettazioni si è scoperto che la droga ed i quantitativi da cedere erano identificati in “minuti” o “animali”, al fine di distogliere e confondere l’attenzione dei Carabinieri. Il trasporto veniva poi effettuato mediante mezzi modificati e la droga nascosta in intercapedini.