Vaccini e contraffazioni: dal commercialista messinese che proponeva Astrazeneca all’Umbria, fino al Veneto
19 febbraio 2021
“Anche per il collega Bonaccini – ha spiegato lo stesso governatore Zaia – ne era arrivata una dalla Croazia. Non è colpa nostra se ci chiamano“, si è giustificato.
Il mercato fai da te del vaccino è costellato da intermediari, piccoli truffatori di modesto cabotaggio, come il commercialista messinese di cui abbiamo scritto il 6 febbraio scorso, che propose alla regione Umbria di acquistare direttamente, e per il suo tramite, dosi di vaccino Astrazeneca. Poi intervenne la Polizia, la Squadra Mobile, che fermò tutto e scoprì la truffa, denunciando il “professionista”. Astrazeneca prese infatti le distanze da un commercialista che non aveva mai conosciuto.
Casi simili si verificano in Emilia Romagna ed in Veneto e sono al vaglio degli inquirenti e stanno confluendo in un fascicolo di indagine aperto dalla Procura di Perugia che, come primo atto, ha dato mandato ai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione del capoluogo umbro di acquisire alcuni documenti presso la struttura del Commissario straordinario per l’emergenza Covid e all’Aifa.
L’obiettivo del procuratore generale, Raffaele Cantone – ex presidente dell’Anac ed esperto di reati che riguardano la corruzione e i reati che coinvolgono la pubblica amministrazione – è in particolare di accertare se risultino regioni italiane che abbiano inoltrato istanze ai fini dell’approvvigionamento diretto. L’acquisizione di documenti riguarderà anche la sede della Regione Veneto, per accertare i presunti proponenti di forniture di vaccino, in deroga agli accordi con le Autorità centrali.