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Imprese in emergenza sociale ed economica. Confcommercio “Dal primo febbraio dobbiamo ripartire”
22 gennaio 2021
Non c’è più tempo da perdere. Le risorse disponibili delle aziende sono finite da un pezzo e di ristori e cassa integrazione se ne parla, anzi se ne vede, poco o niente. Così la Confcommercio Sicilia chiede di ripartire, anche con restrizioni e limitazioni, dal primo febbraio prossimo. “Il nostro sistema economico non si può più permettere una deflagrazione sociale di questa portata” scrive Confcommercio in un documento ufficiale con richieste tanto dettagliate quanto improrogabili, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, a tutti i sindaci delle città capoluogo, ai Prefetti Siciliani. “I danni imposti a tutte le aziende siciliane del commercio, dei servizi , del turismo e alle professioni, sono inestimabili, senza contare che gli effetti negativi negli altri settori e nei consumi, che alimentano tutto il sistema economico e garantiscono la coesione sociale” scrive in premessa ConfCommercio Sicilia.
“I nostri settori, che rappresentano circa il 70% delle partite iva, da mesi vedono le proprie prospettive di vita e lavoro appese all’incertezza presente e alla volatilità futura, ove anche la cassa integrazione per in nostri dipendenti – ove concessa ed effettivamente erogata – non è sufficiente a recuperare i disagio di migliaia di famiglie che da quelle prospettive discendono“.
Un documento duro e drammatico che evidenzia come il rischio chiusura interessi ormai una grande percentuale di aziende e che non può tutto ridursi a lockdown che al momento non sembra stiano favorendo, come in passato, il calo dei contagi, anche per il mancato rispetto di tanti cittadini delle restrizioni ed i pochi controlli, ma che di certo contribuiscono ad affossare irrimediabilmente l’economia già dapprima in crisi, soprattutto quella siciliana.
Ecco le richieste presentate da ConfCommercio:
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