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La disperazione degli ex lavoratori del CAS Gasparro: “Senza stipendi e costretti a lavorare a Comiso”

- 21/01/2021

21 gennaio 2021 – Lettera aperta degli ex lavoratori del CAS Gasparro

“Noi sottoscritti lavoratori del centro CAS Gasparro di Messina ancora una volta siamo costretti a rivederci alle SS. AA. e testate giornalistiche per rappresentare una serie di gravi e non più sopportabili inadempimenti da parte della Cooperativa Badia Grande.
In particolare la cooperativa in questione non ha pagato gli emolumenti previsti fin dal mese di ottobre 2020 (in parte pagato) fino a oggi compresi assegni familiari.
E di tutta evidenza il disagio, il danno e le tribolazioni subiti dai lavoratori che con estrema difficoltà hanno dovuto fronteggiare le esigenze di vita propria e delle famiglie ricorrendo, purtroppo, a prestiti o, per quanto possibile all’assistenza non solo economica di parenti e amici.
La cooperativa in questione, com’è noto, non è nuova a comportamenti del genere censurati, per altro, da S. E. il Prefetto di Messina rimasti da lettera morta.
Noi lavoratori riteniamo, inoltre, opportuno segnalare che siamo stati oggetto di trasferimento d’ufficio presso la sede di Pozzallo e da lì, a insindacabile ed estemporanea scelta della cooperativa a Comiso, il tutto senza alcun riconoscimento di eventuale rimborso spese e indennità di mobilità.
E’ palese come le spese di questo andirivieni Messina-Pozzallo-Comiso-Messina, nonché mantenimento e abitazione, totalmente a carico nostro incidano pesantemente soprattutto in relazione già segnalato pagamento degli stipendi.
Ci sembra una maniera molto comoda di fare impresa; lavorare gratuitamente sopportando inoltre gli oneri aggiuntivi del lavoro.
Di fatto stiamo facendo BENEFICENZA!
Per ultimo noi lavoratori chiediamo certezze e garanzie di essere assegnati al nuovo centro per minori di prossima apertura nella sede dell’ex caserma Gasparro.
Speriamo che la presente doglianza possa trovare riscontro anche al fine di non esacerbare gli animi già al limite della normale tolleranza e sfociare in forme di protesta eclatanti o chiedendo l’intervento dell’On. Sig. Ministro o se del caso, interessare la magistratura per l’accertamento di eventuali comportamenti ad omissioni giuridicamente rilevanti.
Rimaniamo in attesa di, riteniamo doverose e opportune notizie, in merito a quanto rappresentato, tramite L’A. S. FP CGIL e la Fiadel che la situazione descritta non è più umanamente tollerabile”.