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Messina: chiudere non è vittoria per nessuno. Sconfitta politica e sanitaria

- 10/01/2021
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Messina: chiudere non è vittoria per nessuno.

Sconfitta politica e sanitaria

 

10 gennaio 2021 – di Giuseppe Bevacqua

Nessuno si erga a salvatore della patria. Nessuno può avere primati o meriti nella chiusura di un capoluogo di provincia, unico e solo, in Sicilia, se non colpe evidenti ed in capo a tutti.

LA POLITICA

Se Messina è rossa lo si deve all’inettitudine della politica che non si è accorta e che non si è adoperata, che non ha posto in essere e che non ha chiesto le misure straordinarie di controllo dell’osservanza delle misure anti contagio, per tempo. E’ una sconfitta politica ed amministrativa, ma anche una sconfitta e prova di non sufficiente presenza da parte del Governo: la Prefettura ha fatto, anzi non ha fatto, la sua parte, e quindi ha responsabilità anch’essa ben precise.

ASP E SANITA’

L’ASP, l’ufficio del commissario, non ha fatto certo una bella figura e, quindi, anch’essa ha responsabilità precise nell’aver diramato tre giorni prima un comunicato in cui dichiarava che la situazione era tranquilla e sotto controllo, per poi correre ai ripari e chiedere, il giorno prima del Sindaco, la zona rossa per Messina.

Così come la sanità e chi la dirige, che anch’essa ha lanciato messaggi quasi indignati rispetto ai problemi evidenziati nei pronto soccorso, con lunghe code di ambulanze per poter sbarellare i pazienti soccorsi, a causa della indisponibilità dei posti letti, per poi oggi scoprire che di tranquillo c’è ben poco, tanto da dover chiudere in casa i cittadini e sospendere la vita e l’economia di una città per ben tre settimane.

Un altro lockdown non possiamo permettercelo” diceva il premier Conte: Messina men che meno. Città in crisi endemica da tempo immemorabile, oggi sull’orlo del tracollo per l’irresponsabilità e l’ignavia di politica, amministrazione, sanità che hanno, tutti, dimostrato colpa in vigilando.

I MESSINESI

E poi ci sono i cittadini, quelli che hanno sottovalutato, che hanno irresponsabilmente posto il marchio di paternità a questa ennesima chiusura, che di certo non ha nulla in termini di speranza concreta, se non il fatto che darà il colpo di grazia alla città dello Stretto. Non era meglio pensarci prima? E allora complimenti a tutti.