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RESILIENZA, PROBLEM SOLVING, RIVINCITA: IL 2020 CHE NON DIMENTICHEREMO

- 04/01/2021
FOTO COPERTINA

4 gennaio 2021

“…si esce poco la sera, compreso quando è festa, e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra. E si sta senza parlare per intere settimane e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando”.

ono nata in una famiglia di festaioli. L’allegria che mi è stata trasmessa l’ho raccolta soprattutto a tavola. Condividere la cena, dividersi il pane, sono rituali sacri.

Sono ancora frastornata. Difficile fare da narratrice della propria storia quando ancora si sta cercando di capirci qualcosa. Realizzeremo davvero cosa ci è accaduto quando sarà tutto finito. Magari tra qualche anno, mentre racconteremo di quella volta, quando guardavamo dalla finestra la vecchietta del quarto piano che tornava a casa dal discount, con due buste pesanti ad impegnare le mani, e nessuno per strada ad aiutarla, nessuno che avrebbe potuto. Avremo storie a centinaia da raccontare. Diventeranno il copione di un film iniziato male e finito bene, si spera. E noi lo reciteremo ogni giorno per non dimenticare le battute. Mai dimenticare.

Oggi però, amiche mie, voglio dirvi che, in attesa di quel momento, questa particolare giornata mi riempie di speranza. Ci lasciamo alle spalle l’inferno. Possiamo guardare avanti e ripercorrere pian piano le tappe di un anno disastroso con la consapevolezza data dall’esperienza. Siamo cresciuti. Abbiamo imparato, chi più chi meno. Io sono cambiata. Non fraintendetemi! Sono sempre la stessa, ma sono anche diversa. Mi sono riscoperta una guerriera. Ho imparato ad accettare ciò che non potevo controllare, ho capito che rimettersi in discussione non sempre dipende dall’aver sbagliato qualcosa.  se la vita ti dà limoni, allora fai la limonata. Ecco, a grosse linee questo 2020 può essere descritto così.

Quattro momenti su tutti. LO CHOC, indubbiamente. E’ stato come sbattere la faccia contro il muro. Siamo stati travolti dalle notizie, dal Covid, dalla paura. Poi la reazione comune, dopo esserci riscoperti una famiglia e un team appassionati. Appunto, la REAZIONE, eravamo mine inesplose. Da un lato l’orgoglio. Non potevamo accettare di restare a guardare. Dall’altro il dovere di avere rispetto della scelta di quelle coppie che avevano scelto noi per il giorno del loro matrimonio. Abbiamo cercato di prendere confidenza con la nostra soglia di sopportabilità, con la nostra capacità di reazione. A quel punto ci siamo messi a lavoro. Abbiamo tentato, aspettato, avuto fiducia. Ho cominciato a seguire corsi online, ho aggiornato le mie conoscenze. Ho seguito con interesse i miei riferimenti in ambito wedding, su tutti Enzo Miccio. A maggio, però, senza alcun barlume di luce in vista della acclamata seconda ondata, siamo nuovamente caduti nello sconforto. Ecco allora la RASSEGNAZIONE. Uno stato d’animo diverso rispetto a qualche mese prima. Stavolta sapevamo a cosa saremmo andati incontro. Abbiamo dovuto accettare di non avere alcun potere decisionale. La miglior pianificazione possibile, le migliori soluzioni; nulla sarebbe servito. Guardando negli occhi gli sposi stanchi e sconfortati abbiamo preso atto di dover ripianificare tutto. Esattamente. La RIPIANIFICAZIONE. Per me è stato l’ultimo step di un’evoluzione professionale. La riorganizzazione delle cerimonie, nell’attento rispetto di ogni singola misura di prevenzione, mi ha costretto a cambiare l’approccio al lavoro. Ho dovuto rivedere i miei cliché. E vi dirò, non è stato così male. Mi sono messa alla prova e mi sono sentita fiera di me stessa. Della mia tenuta psicologica, della capacità di ribaltare gli schemi, di risolvere imprevisti, di creare qualcosa di unico e bello nonostante tutto. 

Posso dire di essermi presa una rivincita. Ogni matrimonio posticipato e ripianificato si presentava come “l’impossibile”, e invece abbiamo trovato il modo di renderlo ancora più speciale, nell’armonia dell’importanza di quel giorno e dell’amore degli sposi. Ho lavorato 24 ore al giorno, pianificando con i fornitori fino a tarda ora. E quando ho pensato di cedere non mi sono mai mancate le parole di incoraggiamento di Claudio e di mia madre. “Hai affrontato di peggio, ce la puoi fare”. E’ vero, professionalmente ho affrontato di peggio. Mi è capitato di lavorare con pesanti carichi di stress, di dover fronteggiare situazioni al limite, imprevisti organizzativi che avrebbero potuto compromettere l’intera pianificazione.

Non posso e non devo lamentarmi. Stiamo tutti bene. Ho avuto la possibilità e la capacità di reagire. Una cosa però mi è mancata. La stessa cosa che spero di ritrovare in questo nuovo anno. La SPENSIERATEZZA. Vivere l’organizzazione come un divertimento, brindare ad ogni incontro con gli sposi, abbracciare le mie ragazze quando le vedo emozionarsi pensando al loro giorno speciale. Non voglio rinunciare più a niente. E voglio cominciare questa nuova avventura donata dal tempo con la fiducia di chi intravede la luce alla fine del tunnel e si prepara ad uscire al sole.

Lo auguro a me stessa e a tutte voi.

Buon 2021!

Virginia Mòllica