
18 dicembre 2020
“Siamo molto preoccupati per le prossime settimane natalizie perché sappiamo quali possono essere i potenziali rischi d’incontro e convivialità tra le famiglie”.
Lo dice a Mattino Cinque Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico nazionale in merito alla situazione sanitaria in corso alla vigilia delle Feste di Natale nel nostro Paese.
“Il Comitato tecnico scientifico ha fatto una fotografia precisa dal punto di vista clinico, medico ed epidemiologico della situazione attuale che ci dice che i due mesi passati con rigore e disciplina nell’esecuzioni delle ordinanze dei decreti del Presidente del Consiglio hanno contribuito a ridurre la curva, benché la riduzione sia molto lenta, ma che siamo ancora lontani dalla soglia di sicurezza questi rischi contribuiranno, se non stiamo molto attenti, a far ripartire una curva che non deve ripartire perché a inizio di gennaio ci attendono molte scadenze: il ritorno al lavoro, il ritorno a scuola, auspicabile, e l’inizio della campagna vaccinale. Abbiamo appuntamenti troppo importanti e dobbiamo arrivarci preparati” dice Miozzo.
“Se dopo il lockdown della prima ondata la curva è scesa in maniera drastica, quella di oggi non scende nello stesso modo perché non abbiamo imposto lo stesso lockdown, abbiamo imposto misure meno restrittive. Questo significa che comunque siamo ancora oltre quindicimila casi al giorno. Martedì scorso abbiamo avuto più di ottocento vittime, siamo ancora in una situazione estremamente precaria. Quella curva può rapidamente risalire e tornare ai livelli di qualche settimana fa. Questa è la preoccupazione dei tecnici”.
Riguardo a quanto chiesto dai ristoratori di effettuare i controlli e chiudere chi non rispetta le norme anti contagio, Miozzo ha risposto così: “In generale questa è un’indicazione che abbiamo dato. Dopo di che il problema della chiusura o meno dei ristoranti, dei bar o dei luoghi pubblici dovrà essere valutato nella complessità dell’azione che deve essere presa a livello politico. Noi abbiamo sottolineato il rischio delle aggregazioni, degli spostamenti, della mobilità che sono rischi veri, forti e molto importanti. Avete fatto vedere i biglietti di invito per entrare alla messa: a me piange il cuore vedere una cosa del genere, perché non si è mai visto nella nostra storia, però è un adeguamento alle condizioni disperate alle quali siamo confrontati. È un Natale fatto cosi“.