16 DIC
L’irresponsabilità non aiuta. E’ incredibile come ad ogni “riapertura” molta gente creda che “tutto è passato”. Riaprire ed ingiallire l’Italia per consentire un ristoro economico a tanti commercianti, anche perché dal Governo finora è arrivato ben poco, rischia di diventare il passaporto per una terza ondata, ancor più violenta e diffusa della prima, e peggio della seconda. Insomma un Natale con l’incertezza e con l’imbarazzo per il Governo, con la paura, invece, per quella parte di cittadini che guardandosi intorno si rendono conto che “c’è davvero troppa gente per strada”.
La misura sta per diventare colma e si rischia davvero che ne arrivino di altre molto più capienti e restrittive per fronteggiare dati allarmanti e non più sottovalutabili. Uno su tutti: 846, dico OTTOCENTOQUARANTASEI morti in un solo giorno. Un dato che non è certo da riapertura.
“Inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre, modulandole come si ritiene opportuno”. Queste le indicazioni che il Comitato Tecnico Scientifico ha messo nero su bianco al termine della seconda riunione di ieri, che ha confermato la necessità di potenziare il sistema di controllo degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping in questi giorni che precedono il Natale.
“Oggi abbiamo dei dati contrastanti, piu di 14mila positivi e rapporto di positivita’ sotto il 10% con un meno 92 di ricoveri in terapia intensiva, tuttavia il dato dei morti a 846 è davvero molto elevato e ciò indica che in questi 2-3 mesi il numero delle persone infettatesi è grande con una ripresa dell’epidemia imponente”. Lo ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. “Ricevo mail un po’ minacciose e rinfacciano alla sanità di rallentare l’economia, ma a rallentare è il virus non le misure: anzi le misure parzialmente restrittive come ora hanno tenuto bassa la circolazione del virus e hanno permesso delle attività. Se non si prende alcun provvedimento alla fine saremo costretti a fare il lockdown generale” ha continuato Rezza .
E sulla riapertura delle scuole a gennaio è stato molto realistico e diretto: “E’ ancora presto per dire se potremo o no riaprire completamente le scuole, anche le superiori” dopo le feste natalizie, ciò perché “l’incidenza dei casi è ancora molto elevata e finche’ non abbassiamo l’incidenza è difficile parlare di riapertura delle attività”.