In Italia un processo dura mediamente 7,3 anni quello civile, 3,7 anni quello penale. Un dato che viene da sempre denunciato dalla stessa magistratura e che se ne ritrova traccia in ogni relazione annuale di inaugurazione anno giudiziario.
Nel primo trimestre del 2020 i procedimenti giudiziari pendenti in Sicilia erano ben 157 mila, così come segnalato dal Ministero della Giustizia. Il dato si riferisce quindi all’inizio pandemia da Covid. Una situazione che oggi è quindi maggiormente aggravata dalle misure anticontagio, bloccando il settore giustizia. Processi a porte chiuse, limitazione negli ingressi, indagini e atti da remoto, hanno rallentato i procedimenti giudiziari allungando i tempi già biblici.
“C’è la necessità di ampliare al massimo gli strumenti per la trattazione dei processi in sicurezza, e tra essi i casi di udienza da remoto, nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali, senza interventi strutturali finalizzati ad una modifica del processo” chiede l’Associazione magistrati al ministro Alfonso Bonafede. E l’apertura di un tavolo tecnico permanente che possa servire da confronto costante . Il costo della giustizia lumaca è infatti gravoso per i cittadini, soprattutto quando si è di fronte a casi di ingiustizia a cui porre riparo.
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