L’Osservatorio Urbano di CUB Messina scrive e si appella al Premier Conte ed ai Ministri deglil Interni, dell’Istruzione e della Salute, affinché si interrompa quella che sembra una vicenda paradossale in quanto unica in Italia: Messina è città privata del diritto e dovere della scuola di primo grado e “visto che la Prefetta di Messina non ha ritenuto ad oggi d’intervenire nonostante la perdurante firma da parte del Sindaco di Messina di ordinanze che presentano a nostro avviso elementi di illegittimità evidenti“, il Cub chiede al Premier ed ai Ministri destinatari della lettera “di attuare quanto di competenza al fine di rendere inefficace la citata ordinanza sindacale che oltre ad impedire l’esercizio del diritto all’istruzione costituzionalmente garantito attua una inaccettabile discriminazione tra gli studenti delle scuole pubbliche e gli studenti delle scuole private e/o paritarie cittadine“.
Le motivazioni sono articolate nell’incipit della lettera a sostegno della richiesta di intervento di CUB: “In data 29 novembre u.s. il Sindaco di Messina con ordinanza n. 343, nel recepire le prescrizioni previste dall’ordinanza del Ministero della Salute del 27 novembre u.s. e dell’Ordinanza regionale del 28 novembre u.s., prevedeva una proroga della chiusura delle scuole primarie e secondarie di primo grado fino al 5 dicembre p.v.
Ancora una volta il sindaco di Messina, nonostante non citi alcun dato epidemiologico che attesti l’eventuale gravità della situazione e pur facendo riferimento all’Ufficio Scolastico Provinciale di Messina che dichiarava che “il contagio da COVID 19 nella popolazione scolastica messinese è pari n. 67 casi, di cui n. 2 casi nella scuola dell’infanzia, n. 39 nella scuola primaria e n. 26 nella scuola secondaria di primo grado”, si assume la responsabilità di chiudere le scuole cittadine, provvedimento che non ha pari in tutta Italia con un livello di contagi così basso.
E’ da evidenziare altresì che, seppure la precedente ordinanza abbia superato indenne il primo pronunciamento del Tar di Catania a seguito di un ricorso promosso da un gruppo di genitori di studenti che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado di Messina, Il Ministero della Salute ha nel frattempo dichiarato la cessazione dell’applicazione per la Regione Sicilia delle misure di cui all’art. 2 del DPCM 3 novembre 2020, passando quindi l’intera isola, Messina compresa, dalla cosiddetta zona arancione alla zona gialla.
Alla luce di quanto sopra e considerato che la riapertura delle scuole è condizionata al completamento di una campagna di screening scolastico non obbligatoria mentre “gli Istituti scolastici privati e paritari che potranno certificare l’avvenuta esecuzione di un monitoraggio scolastico mediante esecuzione periodica di test molecolari con esclusione di casi di contagio tra i propri iscritti e dipendenti, potranno, previa comunicazione all’ASP di Messina, all’Ufficio Scolastico Provinciale ed al Comune di Messina Dipartimento Servizi alla Persona, Ufficio Politiche Scolastiche, riprendere immediatamente l’attività didattica di presenza”.