
Cos’è successo alla Sanità Siciliana? Cosa non ha funzionato? La Sicilia poteva ottenere la “maglia gialla” e contenere meglio la seconda ondata Covid?
Secondo quanto emerge dalle dichiarazioni al vetriolo di Mario La Rocca, il dirigente generale della pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, si sarebbe creato un corto circuito tra l’assessorato regionale alla Salute che chiedeva di aumentare i posti letto in terapia intensiva e la reale volontà, disponibilità e capacità dei manager degli ospedali dell’isola di farlo davvero.
A maggio di quest’anno arrivarono una pioggia di milioni in premialità per la Regione, circa 400 milioni di euro: “È un risultato che premia il percorso avviato dal governo regionale – affermò il presidente Nello Musumeci – da un lato si prosegue con un’azione di risanamento dei conti pubblici, dall’altro si ottiene una premialità di centinaia di milioni di euro che potranno essere utilizzate per potenziare ancora di più il Sistema sanitario siciliano. Un plauso all’assessore alla Salute Ruggero Razza e ai suoi uffici per l’ottimo lavoro svolto e per il risultato raggiunto. Andiamo avanti”. Eppure nonostante i tanti soldi a disposizione si scopre oggi, secondo quanto afferma come un fiume in piena La Rocca, i dirigenti degli ospedali “furono incapaci di applicare quanto disposto dal governo Musumeci per l’aumento dei posti”. La Rocca parla addirittura di “cartelle false” pur di non assegnare nuovi posti all’emergenza Covid. Cosa è accaduto davvero? Scattò la paura di non poter fra fronte alla richiesta ordinaria di posti in terapia intensiva per le patologie e le emergenze che, Covid o non Covid, comunque rimangono tante, troppe, forse, per un sistema che già così com’era non era sufficiente proprio per l’ordinario?
Adesso è bufera nella sanità siciliana, in un momento in cui sarebbe necessaria unità e programmazione. Adesso si è costretti a lavorare in emergenza quando il tempo a disposizione per rimediare e potenziare le strutture c’era. E poi c’è il caso del Policlinico di Messina che inizia nuovi lavori, assegnati il 9 novembre, per 16 nuovi posti di terapia sub-intensiva al padiglione C, lavori approvati ad ottobre, ma che potevano essere fatti prima, mentre la seconda ondata Covid è già esplosa da un pezzo. Lunga storia quella dei lavori al Padiglione C raccontata da Paolo Todaro del sindacato FGU GILDA, che scrive di un reparto che in pochi mesi è stato “montato e smontato, passando da nuova cardiologia a malattie infettive e che oggi è di nuovo cantiere aperto. Sei posti terapia intensiva per pazienti cardiologici che erano pronti ma mai utilizzati e che oggi diventano nuovamente oggetto di nuovi lavori, con tanto di sperpero di soldi pubblici“.