“Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice. Ma non dubitare mai del mio amore”. (William Shakespeare)
Care amiche, la pianificazione di un matrimonio è complessa e richiede tempo. Il mood alla base dell’organizzazione deve essere riconoscibile. Un impatto cromatico deciso, un riferimento tematico, una raccolta narrativa, una canzone. Il fil Rouge scelto dagli sposi è un dettaglio seducente per me che faccio di ogni singolo elemento una chiave espressiva funzionale all’intera visione del quadro.
Durante i primi incontri con Maria Smeralda e Angelo abbiamo ragionato sull’immaginario della coppia in vista del grande giorno e sugli elementi già definiti. Su tutti l’elemento chiave era indubbiamente l’abito della sposa, un tessuto brillé che lo rendeva unico nel suo genere. Maria Smeralda amava le luci, i cristalli. Desiderava un impatto deciso delle luminarie a corredo della scena nuziale. Poi un pomeriggio, in occasione di un briefing sull’organizzazione, guardando il tableau del mio matrimonio, Maria Smeralda ebbe un sussulto.
“L’AMOR CHE MOVE IL SOLE E L’ALTRE STELLE”. Era il titolo dipinto sul mio tableau, appeso con orgoglio nel mio ufficio. Gli swarovski ad emergere dalla tela avevano catturato l’attenzione della sposa. Con la mano li indicava e faceva cenno di consenso con la testa. Allora mi fu tutto chiaro.
UN’ISPIRAZIONE ARRIVATA ALL’IMPROVVISO, COME FOSSE SCRITTO NELLE…COSTELLAZIONI. Il colore degli sposi era quello della notte stellata, l’azzurro caldo illuminato dalle stelle e il bianco a raccontare le bellezze dell’universo. Amavano gli spazi aperti, sognavano punti luce ovunque. Facemmo un passo in più, gli proposi il tema delle costellazioni. Fu un colpo di fulmine tra il loro immaginario e le mie parole.
UN TOTAL WHITE DIPINTO DI BLU. Le costellazioni. Il mood del matrimonio non poteva prescindere dai cristalli, dalla luce. L’allestimento floreale fu un trionfo di lisianthus blu, rose bianche e ortensie azzurro polvere e blu. Per il bouquet non ebbi dubbi. Il fiore di Maria Smeralda era quello delle spose, il Convallaria majalis, conosciuto come mughetto. Un fiore dal significato profondo, tipico delle zone prealpine italiane, del Nord America e dell’Asia. Una colonna di piccole siepi con ortensie bianche e azzurre a tracciare il segno dell’intera navata della cattedrale di San Domenico Savio. Cinquanta metri di colori pastello a disegnare il quadro voluto dagli sposi, con candele galleggianti all’interno di ampolle di vetro accanto ad ogni banco. A dominare l’altare grossi cilindri pieni d’acqua posizionati a margine dell’inginocchiatoio. Tre vasi, due dai quali fuoriuscivano composizioni floreali, uno con all’interno candele galleggianti. Sui banchi messali per ogni invitato, e poi ancora un ventaglio e scatoline di riso bianche. All’uscita predisposi delle alzate di legno bianco con lanterne e composizioni floreali a tema.
APERITIVO FRONTE VILLA E CENA A BORDO PISCINA, BENVENUTI! La facciata di Villa Musco accolse i neo sposi e tutti i loro invitati. Il vialetto era stato omaggiato di candele e teste di moro. La scena che la “brigata” in festa si trovò di fronte era ricolma di composizioni luminose, candele, lanterne. Il bianco delicato del tovagliato e i mille punti di luce valorizzavano con coerenza l’abito di Maria Smeralda, creando un ambiente calmo, sereno, candido.
La piscina invece dava il primo tocco di azzurro alla scena della cena. L’acqua limpida illuminata contrastava col bianco dell’apparecchiatura e riprendeva i colori del cielo. Centri tavola con cilindri luminosi riempiti di cristalli. Un richiamo floreale attraverso le ortensie azzurro polvere e poi tante, tante candele bianche. Su ogni tavolo il riferimento ad una delle costellazioni. Un segnaposto per gli invitati: una scatolina bianca con un cuore semitrasparente che lasciava intravedere all’interno una meringa azzurra con striature dorate.
LE ISOLE DEL GUSTO. L’angolo del pescatore raccontava di ostriche del Fusaro, polpo al vapore, tagliata di tonno scottata, pastelle di neonata, sfogliata di spade e tanto altro ancora. Cartocci del mare rigorosamente a vista, accanto all’angolo delle crudités. Dal tavolo del fornaio arrivava il profumo del grano, mentre la tradizione ci invitava all’assaggio dello stocco e ventre a ghiotta, della trippa al sugo, dei maltagliati con fagioli.
CHIUDERE IN…DOLCEZZA. La wedding Cake ha appagato il palato e la vista. Cinque piani di gusto illuminati da luci bianche e ortensie azzurro polvere. Crema chantilly al limone e due sposi danzanti su uno spicchio di luna a sovrastare la torta nuziale.
Amiche mie, esiste anche per voi un elemento rivelatore dell’essenza del vostro matrimonio. Ognuno nella sua personale veste. Il contatto umano con gli sposi mi ha aperto porte con vista sui loro desideri. Il Wedding Mood è la somma finale delle loro convinzioni e al tempo stesso il punto di partenza per definire l’intera organizzazione.
La luce, in questo particolare caso, coi suoi toni del bianco e dell’azzurro, è stata l’olio sulla tela. Le costellazioni, come espressione massima del tema nuziale, hanno reso la festa un viaggio emozionante. Sembrava quasi di vederle danzare sulla pista da ballo. E mentre la musica andava, ci chiedevamo se fossero là per caso, o per essere ammirate.
Virginia Mòllica
Credits Pietro Cardile