I sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil di Messina chiedono interventi concreti e l’apertura di un tavolo di confronto permanente sul tema della terza età, perché la pandemia ha accresciuto l’emarginazione degli anziani, considerati sempre più un peso ed ora, anche un rischio. Lo hanno fatto con una lettera inviata a al Prefetto e al Sindaco, ma anche sindaci dei comuni capofila dei distretti socio-sanitari e ai direttori generali di Asp, Papardo e Policlinico.
«La Sicilia – scrivono Gaetano Santagati, Bruno Zecchetto e Giuseppe De Vardo – è in cima alle classifiche per povertà, rischio di marginalità, disoccupazione e per la non autosufficienza. Gli anziani sono l’ossatura di questo Paese perché sostengono, anche economicamente oltre che umanamente e materialmente, un intero tessuto familiare che vive in condizioni di oggettivo disagio. Non isoliamo le persone anziane, né a casa loro, né nelle Rsa e nelle case di riposo».
Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil chiedono che gli anziani non siano soggetti a misure di isolamento forzato ma che vengano tutelati con il potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale, una maggiore integrazione socio-sanitaria e il rafforzamento della medicina di prossimità.
«Le morti per coronavirus testimoniano le falle del sistema siciliano e messinese. È indispensabile l’attivazione di un sistema di monitoraggio permanente, implementato in sinergia tra ASP5 e Comuni, delle strutture sociali e sanitarie soggette a maggiori rischi di contagio come, ad esempio, Rsa, Case di Riposo per anziani».
Per i sindacati dei pensionati, sono centinaia le morti silenziose dei nostri anziani, specie nelle Case di riposo e nelle Rsa e sono la cartina di tornasole di questa situazione paradossale da cui non è certo esente la nostra provincia. La proposta di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil è quella di rimettere in sesto una struttura baricentrica qual è quella del vecchio ospedale Regina Margherita.
«È fondamentale ridare priorità, efficienza ed efficacia all’assistenza domiciliare, anche integrata ed al servizio di supporto psicologico domiciliare. Ecco perché chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto, che possa individuare percorsi risolutivi, avere le informazioni necessarie sullo stato del welfare, sapere quante sono le Case di riposo in attività, se sono accreditate, se posseggono i requisiti previsti dalla normativa vigente, se sono sottoposte a controlli periodici e, se sì, con quale esito. Abbiamo la necessità di comprendere come concretamente si possa lenire la sofferenza, ma anche la rabbia, di chi non ha i mezzi economici, o le conoscenze, per superare le interminabili liste di attesa; di chi ha patologie, anche gravi, che non trovano una risposta adeguata, perché sembra che l’unica gravità riconosciuta sia quella della pandemia da Covid 19».
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