
“Una soluzione nell’emergenza. Ci siamo messi alla prova e ne siamo usciti rinvigoriti. Ci sentiamo di lanciare un messaggio si speranza: noi siamo la resistenza, e una volta fuori dalle difficoltà, il futuro sarà più bello!”
(Claudio Mazzullo)
Amiche mie, solo pochi giorni fa vi ho raccontato l’incredibile storia di Margherita ed Enrico. O sarebbe meglio dire “l’odissea” che ha preceduto le nozze. Con le mani del Decreto Presidenziale sulla gestione delle cerimonie e degli eventi, quella che si è presentata come una vera e propria emergenza ci ha costretto a cercare una soluzione che fosse in grado di rispondere all’urgenza. In quel caso il Double Wedding è stato una vera e propria genialità, resa possibile grazie ad un lavoro di squadra, di affiatamento, di sacrificio da parte di tutti. A poche settimane da quello “Split”, ci ritroviamo a fare un’analisi di ciò che per noi ha rappresentato come team, e ciò che potrebbe rappresentare in futuro.
MATRIMONIO DOPPIO, UNA SOLUZIONE SI’, MA SOLO NELLA NECESSITA’. Il Double Wedding, così come è stato concepito e realizzato, ci ha consentito di non mandare all’aria le nozze a tre giorni dalla data fissata. Non sarebbe più stato possibile disdire, ecco perché abbiamo dovuto lavorare nella criticità per garantire agli sposi il loro giorno speciale. Ci auguriamo di non doverci più trovare in una situazione come quella, ecco perché lo “split” messo in opera resta, nel nostro immaginario, una dimostrazione di resilienza, di coraggio, di versatilità.
CI SIAMO STRETTI ATTORNO AD UNA VOLONTA’ COMUNE, NE SIAMO USCITI DA FAMIGLIA. DA FAMIGLIA. Ci siamo sostenuti nell’assurdità di quei giorni. Ci siamo dati dei ruoli nella riorganizzazione generale ed ognuno ha fatto il suo.
“Abbiamo accettato l’imprevisto e ci siamo detti disposti a tutto per dare agli sposi il giorno speciale che meritavano. – Spiega Claudio Mazzullo, proprietario del ristorante Villa Musco. – Abbiamo raccolto un’idea dello sposo, letta su un sito matrimoniale. A primo impatto poteva sembrare assurda. Due cerimonie nello stesso giorno richiedevano impegno, lavoro, allestimenti e pasti doppi. La condizione sine qua non era l’accettazione del sacrificio da parte di tutti noi. Da me stesso alla cucina, dallo staff di sala a Virginia e all’intera famiglia Mòllica. Per noi è stata una sfida. Abbiamo giocato la nostra partita con l’atteggiamento di chi era stanco di subire. E alla fine la vittoria è stata ancora più dolce. Sapete perché? Perché è arrivata dalla perseveranza”.
Amiche mie, mi sento di condividere le parole di mio marito. Anzi, vi dirò. Mi sento particolarmente orgogliosa di aver fatto parte di un così perfetto ingranaggio. È stato un meccanismo perfettamente sincronizzato. Ci siamo messi alla prova e l’insegnamento che ne abbiamo tratto ha un valore inestimabile. Non importa quale imprevisto mi terrà sveglia la notte, so che sarà solo l’ennesima occasione per fare qualcosa di folle, fuori dagli schemi.
E SE LO SPLIT FOSSE UN NUOVO TREND? Care amiche, il rimedio all’emergenza potrebbe dare nuova spinta al trend del Double Wedding. In condizioni normali, senza l’ombra del covid e dell’emergenza sanitaria, l’idea del doppio contesto celebrativo potrebbe risvegliare la curiosità delle coppie più estrose. Di certo un matrimonio sopra le righe, fuori dal comune, che si allontana dalla tradizione.
“Un evento di questa portata, che rivisita il modello classico delle nozze e si pone alla stregua dei più innovativi concept nuziali, è una soluzione che immagino per quelle coppie che innanzitutto ne abbiano la possibilità economica, non da meno che abbiano la volontà di vivere il proprio matrimonio al di fuori di un contesto organizzativo classico. Chiaramente proiettandomi alla prossima estate, o comunque ad un futuro prossimo libero da vincoli sanitari, riconosco potrebbe essere un’alternativa decisamente interessante. Non sarebbe frutto della disperazione e potrebbe dare tutt’altro carattere ai festeggiamenti”.
Un’idea, care amiche, che mi auguro di raccontarvi quanto prima. Sarebbe per me di grande ispirazione. Immagino una cerimonia sobria, elegante e raffinata a pranzo, valorizzata dai colori pastello di un imponente allestimento floreale. Fiori ovunque ad appagare la vista e stimolare l’olfatto. Un pranzo degno di un matrimonio che si rispetti, con le isole gastronomiche a raccontare l’abbondanza della nostra terra. Tavolate fiorite all’ombra dei pini secolari e una band ad accompagnare le emozioni, al ritmo delicato del calar del sole. Tutt’altro scenario alla sera, pur mantenendo le caratteristiche del mood del matrimonio. Strutture luminose a fare da padrone e rendere unico il fascino della location. Musica decisa e movimentata per riempire la pista da ballo, barman ispirati a soddisfare la sete estiva e, perché no, un colorato party in piscina per concludere al meglio il giorno perfetto.
TUTTO SI PUO’ FARE, BASTA FARLO CON SERIETA’
Il significato che voglio dare a questa nostra riflessione prescinde dall’episodio in sé. Stiamo navigando in acque agitate, possiamo e dobbiamo fare ricorso all’istinto, alla condivisione di idee, all’immaginazione e, soprattutto, al coraggio di rischiare.
“Non vogliamo essere una cattedrale nel deserto. Il nostro è un segnale di coraggio all’intera categoria. – Ha concluso Claudio – Siamo la resistenza, lo siamo in un modo tutto nostro. Diamo valore a chi ha combattuto guerre ben peggiori di questa. Diamo valore al sacrificio collettivo. Diamo valore alla nostra intelligenza, alla forza racchiusa dentro di noi, agli uomini e alle donne che siamo diventati. Il futuro ci ripagherà, e sarà tutto più bello”.
“Virginia Mòllica”
Photo by Gianmarco Vetrano