
“Non siamo al semaforo rosso. Ma, insomma, è scattato il giallo” e “se si dovessero riempire gli ospedali potrebbero tornare le limitazioni alla libertà personale, magari in zone ben determinate e non generalizzando”.
In un’intervista a la Repubblica il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia avverte che “l’epidemia non è un numero, né un algoritmo ma una tendenza. Il trend è al rialzo costante in ogni parte del mondo e adesso sta accelerando anche da noi. Siamo all’ondata di autunno”.
Pertanto va affrontata “senza panico ma con serietà e determinazione”, tuttavia “è in gioco la sicurezza nazionale in due degli aspetti più rilevanti: la salute dei cittadini con la tenuta del sistema sanitario e la sopravvivenza dell’apparato produttivo”. “Non mi sembrano cose da poco”, aggiunge Boccia.
Secondo il ministro “i contagi avvengono fuori. L’ondata è frutto della forte mobilità estiva quasi inevitabile e quando ci sono stati focolai sono sempre stati causati da leggerezza e mancato rispetto delle regole”, cosicché la proroga dello stato di emergenza “è la semplice constatazione che dinanzi all’aumento dei contagi servono risposte veloci. Il virus corre e non possiamo restare indietro. L’Italia si è salvata dalla catastrofe grazie alla tempestività degli interventi adottati. Lo dice tutto il mondo, a partire dall’Oms” ma ora “il governo sta studiando misure che alzino il livello di attenzione e precauzione. Speriamo che possano servire a contenere l’ondata”.
IL NUOVO DPCM
Il governo chiederà la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio ma le opposizioni protestano e chiedono di essere ascoltate. Il tema sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri di lunedì sera, poi il giorno dopo sarà il ministro della Salute Speranza a riferire in Parlamento.
Il nuovo Dpcm che dovrebbe essere pubblicato a metà della prossima settimana dovrebbe contenere una stretta, l’esecutivo dovrebbe richiamare le regioni a stringere le maglie sulle presenze negli impianti sportivi ma al momento – ha spiegato il premier Giuseppe Conte – non sono state prese decisioni.
Ipotesi mascherine all’aperto
La sottosegretaria alla Salute, Zampa, non ha escluso per esempio la misura dell’utilizzo delle mascherine anche all’aperto, sulla falsa riga di quanto deciso dal governatore del Lazio, Zingaretti, e già da altri presidenti di Regione. “Al momento non ci sono deliberazioni”, ha affermato il presidente del Consiglio. “Se i contagi dovessero aumentare verranno valutati gli opportuni provvedimenti”, osserva una fonte di governo.
L’attenzione è alta e lo stesso Capo dell’esecutivo invita a non abbassare la guardia. “La pandemia è ancora in corso. Ieri c’è stato un segnale di crescita dei contagi, non possiamo cantar vittoria”, sottolinea il premier riportando le preoccupazioni pure di tutti coloro che hanno partecipato al Consiglio europeo.
La premessa è che “in Italia la situazione comparativamente è migliore di altri paesi”, ma la proroga dello stato di emergenza non vuol dire che “siamo in lockdown” o che ci sia “un abuso dei pieni poteri”, è necessaria anche “per mantenere in piedi una serie di situazioni, come la rete di protezione civile, e certo non conviene farla di mese in mese”.
La volontà è quella di un confronto con le forze politiche. Intanto “è partita una campagna cui hanno aderito tutte le testate giornalistiche, pubbliche e private, per promuovere la diffusione della app Immuni. È facoltativo, ma è sicuramente un obbligo morale partecipare a questo programma”.