“Sia l’auto di Viviana Parisi che il mezzo degli operai dell’autostrada erano in movimento il 3 agosto e quindi Il furgone non era fermo come si è pensato in un primo momento. Ed è probabile che lo stesso furgone abbia tentato di invadere la corsia di sorpasso investendo l’auto della donna”. Lo affermano Camelo Costa e Giuseppe Monfreda, consulenti delle famiglie Mondello e Parisi dopo l’esame di oggi pomeriggio all’autosoccorso “Letizia” di Brolo (Me). Insieme ai consulenti della procura sul furgone degli operai che si occupavano di manutenzione delle autostrade e sull’auto di Viviana Parisi poi trovata morta con il figlio Gioele nelle campagne di Caronia, “Secondo i primi riscontri – proseguono i periti – il seggiolino dove viaggiava Gioele era slacciato e non attaccato all’auto. Ora andremo nella galleria Pizzo Turda sulla A 20 Messina Palermo nei pressi di Caronia per ricostruire meglio la dinamica dell’incidente. Gioele non era legato al seggiolino, perché quest’ultimo era inutilizzabile”.