“Mia cognata Lorenza chiedeva aiuto da parecchi giorni, ma in questo ospedale di Lipari, che non è un ospedale, ma una latrina che qualcuno ha deciso di mettere qui, nessuno le ha dato le risposte giuste” lo ha dichiarato al Giornale di Lipari, Alessandro La Cava, cognato di Lorenza Famulari e già consigliere comunale a Messina. Parole dure, anzi durissime quelle di La Cava rilasciate in una video intervista al quotidiano locale: “E’ intervenuto un cardiologo che è in vacanza qui e le aveva detto di approfondire i sintomi che aveva, ma non c’è stato il tempo perché poi è accaduta la tragedia”. L’ambulanza sarebbe arrivata dopo 25 minuti e dopo essere stata chiamata due volte, afferma il cognato. “Mia cognata era già svenuta due volte. Ma questo non è un pronto soccorso! Nonostante le condizioni in cui è arrivata Lorenza, non c’erano i medici perché i cardiologi la sera non ci sono, così come il rianimatore è reperibile ma non presente. Al pronto soccorso c’erano solo due infermieri ed il medico del 118”. “Mia cognata è rimasta esanime per circa mezz’ora e solo dopo questo lasso di tempo il rianimatore, urlando, chiedeva che si facessero le iniezioni di adrenalina”. “Secondo me il primo responsabile di omicidio colposo è l’assessore regionale Razza: in un contesto come quello di Lipari con più di 10 mila abitanti durante l’anno ed una frequenza giornaliera di 150 mila persone, in queste condizioni non si può garantire la salute pubblica”. “Andremo avanti dopo la querela e non ci fermeremo” conclude La Cava.
Presente anche il giudice Angelo Giorgianni che si batte da sempre per i diritti degli isolani: “Abbiamo sempre detto che non si doveva sottovalutare gli eventi. Ma era necessario il sacrificio di una ventiduenne perché si capisse la gravità della situazione dell’ospedale?”