“Con delibera del Consiglio dei Ministri 29 luglio 2020, è prorogato, fino al 15 ottobre 2020, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”, è quanto rammenta al Sindaco Cateno De Luca il direttore dell’Ispettorato per la Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con una nota con la quale chiede chiarimenti all’amministrazione comunale di Messina che avrebbe decretato autonomamente la fine dello smart working per i suoi dipendenti. Non solo, peraltro, l’amministrazione De Luca sarebbe stata frettolosa e non in linea da quanto previsto dalle disposizioni nazionali, ma non sarebbe neanche in regola con le misure di prevenzione stabilite al fine di evitare il possibile contagio. Lo evidenzia il sindacato CSA con un’altra nota che richiama quella del Minsitero:
“al Comune di Messina non risultano applicate, scrive il CSA, la maggior parte delle misure previste dal Protocollo Quadro “Rientro in Sicurezza” del 24/7/2020. A titolo puramente esemplificativo si segnala:
1) Non è stata effettuata l’integrazione del DVR di cui al D.Lgs 81/2008 con riferimento alle lettere a, b, c, d, del punto 1 del “Protocollo”;
2) Non viene effettuata un’adeguata dotazione di dispositivi di protezione individuale;
3) Non viene rilevata le temperatura corporea all’ingresso dei luoghi di lavoro;
4) Non risultano adottate le misure previste dal Punto 6 del “Protocollo”;
5) Non viene effettuata un’accurata pulizia degli ambienti lavorativi e delle postazioni individuali di lavoro;
6) Non risultano effettuate operazioni routinarie di sanificazione (ad oggi alcun riscontro è stato dato alla nota del 29/7/2020 con la quale è stata richiesta la data degli interventi effettuati e copia delle relative certificazioni di conformità degli stessi);
7) Non sono garantiti percorsi specifici per i fornitori esterni per le attività di carico e scarico;
8) Non risultano controllati gli accessi agli uffici e in molti casi il ricevimento viene effettuato senza preventivo appuntamento
La Direttiva in questione è stata peraltro emanata in aperto contrasto con quanto previsto al punto 8 del “Protocollo” non essendosi attivato alcun confronto con i soggetti sindacali al fine di “contemperare l’esigenza di pieno riavvio delle attività amministrative con la necessità di fronteggiare le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica ed all’evolversi del suo contesto” (Si chiarisce che l’unico confronto in atto si sta svolgendo esclusivamente con il RSPP e non con l’Amministrazione)”, conclude il CSA.