Non ha mezzi termini Cateno De Luca, sindaco di Messina, sulla vicenda degli hotspot siciliani e soprattutto per quello messinese. Con una notya stampa, seguita al solito post social, invita alla sommossa ed il Presidente Musumeci a guidarla, dopo che il Viminale ha dichiarato “non valida” l’ordinanza regionale di chiusura. ““Caro Musumeci – scrive il Primo cittadino – tu e la tua Giunta dovete guidare il popolo siciliano alla sommossa. Facci sapere quali sono le contromosse a fronte di un annullamento da parte della mia amica Luciana Lamorgese, che da Ministro dell’Interno ti tratterà come ha finora trattato me, con le mie ordinanze. Uniti, tutti insieme, aspettiamo da te quali saranno le proteste eclatanti che metterai in campo contro il Governo centrale, che con scellerata indifferenza nei confronti dei siciliani, mette a repentaglio la pubblica e privata incolumità”. Un invito che non passerà inosservato al Viminale con il quale il primo cittadino di Messina ha pendente un procedimento per vilipendio. Ma De Luca va avanti e indirettamente definisce “un’imitazione di quella di De Luca sindaco di Messina” la decisione del Presidente Musumeci.
“Non posso sopportare che il Presidente della Regione Siciliana passi per un pessimo imitatore del Sindaco De Luca. Era tempo che si svegliasse, firmando l’ordinanza che impone la chiusura di tutti gli hotspot ed i centri d’accoglienza di migranti in Sicilia. Io ho iniziato oltre un mese fa ed è stato già stabilito che a Messina, tra qualche giorno, il 28 di agosto, sarà chiuso l’hotspot e il Cas allocato da oltre dieci anni presso la caserma Gasparro di Bisconte, Da qui infatti i migranti continuano a fuggire, catapultandosi nelle residenze private e spaventando gli abitanti, mettendo a repentaglio la mia comunità. Roma però ha già annunciato che impugnerà l’ordinanza del Presidente della Regione. A questo punto chiedo a lui quali saranno le sue prese di posizione, perché non è pensabile che questa ordinanza sia stata fatta con il solo scopo di farsela impugnare e dire ai siciliani che qualcosa si è tentato di fare” conclude De Luca
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