Ci sono due notizie che campeggiano sulla stampa locale di ieri che stridono fortemente fra loro e devono indurci ad una seria riflessione su come in questo paese si stia affrontando la politica del lavoro.
Da un lato infatti piangiamo il povero Paolo Todaro, operaio stagionale della Forestale, caparbiamente attaccato al proprio lavoro, che riteneva tanto indispensabile per dare dignità alla propria esistenza da pagare con la vita questo suo principio, dall’altro invece i dati impietosi dell’INPS di Messina su quello che viene definito “il lato oscuro del Reddito di Cittadinanza”, con in evidenza i dati sulle revoche da lavoro nero (20% dei beneficiari) e quelle sulle offerte di lavoro (una decina in tutto di cui nessuna accettata !!!).
E mancano all’appello i dati sulle revoche per rifiuto delle tre offerte congrue di lavoro !!!
Da un lato quindi chi sacrifica una vita intera nel limbo della precarizzazione del lavoro e non si tira indietro di fronte al proprio dovere fino alla soglia dei 70 anni, dall’altro un sistema che sta probabilmente sprecando risorse diversamente utilizzabili (perché no, proprio nella stabilizzazione dei troppi precari ?!) e che vede una vasta sacca di furbetti ed una evidente difficoltà di raggiungere l’obiettivo, traducendosi di fatto in un sussidio di troppo breve durata per risolvere il problema di tante famiglie e incapace di dare certezze ai tanti disoccupati.
Come CISAL esigiamo pertanto un serio esame dei risultati della misura del Reddito di Cittadinanza ed una rivisitazione della stessa anche prevedendo, come si è ipotizzato in questi giorni, l’utilizzo obbligatorio dei percettori in progetti di utilità sociale.
Questa società non può permettersi di offendere oltre chi per il lavoro continua a perdere la vita !!!
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