Un nuovo prelievo di organi è stato effettuato presso l’A.O.U. Policlinico “G. Martino” di Messina. Grazie alla generosità della famiglia di un paziente, il quale già in vita aveva espresso – al momento di rinnovare il documento di identità – la propria volontà che i congiunti hanno ora inteso rispettare, sono stati prelevati il cuore, fegato e reni e le cornee, inviate alla Banca degli Occhi di Mestre.
Il prelievo ha richiesto il coinvolgimento di un’équipe multidisciplinare, a lavoro per ore insieme ai colleghi provenienti da altre strutture italiane.
“È anche questo – afferma il Dott. Francesco Puliatti, responsabile del ‘Coordinamento per la Donazione ed il Trapianto Organi e Tessuti’ del Policlinico – un segno di rinascita, dopo la fase più acuta dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19. L’Azienda, come è noto, è stata sede del principale Covid Hospital dell’area metropolitana di Messina e ciò ha inevitabilmente bloccato l’attività delle donazioni, che a inizio anno aveva fatto registrare un importante picco. Più in generale, la crisi connessa alla pandemia ha rischiato di fare abbassare i riflettori su una tematica che, invece, oggi diventa più che mai importante. Abbiamo visto gli incredibili sforzi fatti in questi mesi da medici e infermieri per salvare persone malate, abbiamo assistito a una gara di solidarietà in tutto il mondo per stare al loro fianco. Mi auguro che questo spirito, questa generosità, possano andare anche al di là dell’emergenza Covid, traducendosi con costanza in un fondamentale gesto d’amore qual è la donazione degli organi. Già in vita, come avvenuto in quest’ultimo caso, si può esprimere il consenso alla donazione e ciò alleggerisce sicuramente le scelte dei propri congiunti.
Ringrazio innanzitutto la famiglia del donatore per l’enorme sensibilità dimostrata. Ringrazio l’A.O.U. per il continuo impegno sul fronte della cultura delle donazioni. Un doveroso ringraziamento, poi, lo rivolgo al personale della Rianimazione dell’A.O.U. ‘G. Martino’ e a tutti i professionisti che sono stati coinvolti nell’espianto. Quando parliamo di lavoro d’équipe non lo facciamo soltanto per evidenziare un profilo tecnico della procedura, ma soprattutto per sottolineare la sinergia, lo spirito di collaborazione e il grande coinvolgimento che caratterizza, in quei drammatici momenti, l’operato del personale interno ed esterno all’azienda, chiamato a operare”.