Il sindaco Cateno De Luca si intesta una vittoria su una battaglia contro l‘hotspot di Messina. Una battaglia però ancora non vinta.
Se da un lato, infatti, Cateno De Luca annuncia che “da quanto rilasciato alla stampa dal ministro Lamorgese“ ci sarebbe l’intenzione di chiudere il centro di accoglienza migranti di Messina, dall’altro ci sono le parole effettivamente pronunciate dalla Ministra: “Se la struttura non è idonea” ha infatti dichiarato alla stampa la Ministra oggi a Lampedusa “lo vedremo con il Prefetto. Allora provvederemo”. Una dichiarazione che non vuol dire chiusura e trasferimento dei migranti.
LA “NON VITTORIA” DI DE LUCA
Insomma una vittoria che De Luca si intesta ma che non c’è ancora. Anche perché dopo i fatti di cronaca avvenuti in Puglia ed in Sicilia, con fughe e ribellioni di migranti, la decisione della Ministra Lamorgese non è certo scontata, soprattutto in periodo di emergenza Coronavirus. Se la paura è che siano proprio i migranti il nuovo veicolo di contagio per una “ricaduta” nell’emergenza, diventerebbe molto difficile una decisione di chiusura e trasferimento, dove non si sa, dei migranti. Precisato, fra l’altro, che non ci sono casi positivi tra i migranti che si trovano all’interno dell’hotspot di Messina.
Eppure De Luca rimane convinto e cerca di convincere i suoi che la decisione (ancora non presa) della Lamorgese deriva dalla sua ordinanza: ” l’ordinanza sindacale che ho emesso sabato scorso ha convinto chi sta sopra le nostre teste a prendere atto della scelleratezza dell’hotspot di Bisconte, cambiando impostazione sulle politiche di soccorso ai migranti, la quale deve continuare, ma non così” scrive il primo cittadino di Messina.
L’ordinanza del Sindaco rimane e dovrebbe entrare in vigore fra 3 giorni. Una sorta di “tempo d’azzardo” tra l’evidenza del problema hotspot ed il periodo necessario perché il Prefetto ed il Ministro prendano provvedimenti per quella che è e resta una situazione emergenziale nazionale. Quindi, a conti fatti, la plateale ordinanza presentata con tanto di diretta Facebook e tv su Canale 5 potrebbe avere il risultato di produrre un altro tassello di popolarità per i fan del Sindaco.
NESSUNA DECISIONE: TANT’E’ CHE… Matilde Siracusano…
“Da Luciana Lamorgese solo una visita di cortesia a Lampedusa, e poco più. Il ministro dell’Interno ha passato la mattinata nell’isola simbolo dell’immigrazione irregolare, ma non ha dato un segnale chiaro agli scafisti e ai mercanti di esseri umani.Non lasceremo soli i lampedusani’, ha detto la Lamorgese, tentando di rassicurare gli abitanti. Avrebbe, invece, dovuto mandare messaggi di fermezza: in Italia si arriva solo con regolare permesso di soggiorno, non siamo più disponibili ad essere il porto d’Europa per i clandestini”. Così Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia.
PERCHE’ NON AGIRE PRIMA?
Nel frattempo sono in molti a chiedersi perché la Giunta Accorinti, prima di quella di De Luca, abbia permesso la creazione dell’hotspot a Messina ed in un quartiere ben lontano dal porto di Messina, un quartiere come Bisconte, da sempre abbandonato da soluzioni che procedessero dopo le promesse politiche in periodo di elezioni. E perché, il sindaco De Luca non abbia pensato prima di oggi a firmare un’ordinanza di sgombero per mancanza, dice lui, di “regolarità” edilizia? In effetti il sindaco lo aveva annunciato già nel 2018 che avrebbe assunto informazioni sullo stato dell’arte della ex caserma Gasparro che ospita l’hotspot e che i risultati sarebbero arrivati “dopo cinque giorni”, ma da allora sono passati due anni.
HOTSPOT O EMERGENZA BISCONTE?
Resta poi lo stato di degrado ed abbandono di Bisconte, un quartiere che lamenta di essere inascoltato da sempre e con tutte le amministrazioni. Una zona che doveva essere di riqualificazione, ma che continua ad essere recintato da lamiere e sversamenti di rifiuti di ogni genere. Dunque normale che la rabbia monti e che si impenni contro coloro, incolpevoli, che vengono ospitati in una struttura che nessuno voleva, con il rischio oggi, a maggior carico, che possano essere mezzo di contagio di un virus che continua a fare paura. Insomma un ottimo strumento populista da cavalcare.