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Bisconte – I migranti “fuggono” e c’è chi vive con un fischietto in tasca per difendersi

- 16/07/2020
fischietto bisconte

Vivere con un fischietto in tasca ad ottant’anni per difendersi dalla paura di ritrovarsi i migranti in casa, non in quanto tali, ma perché sono estranei. E’ il destino iniquo a cui è assoggettata suo malgrado una delle abitanti delle vie attigue all’hot spot di Bisconte, l’ex caserma Gasparro. Un fischietto in tasca, sempre a portata di mano, da utilizzare per avvertire il figlio che lavora proprio a fianco della sua abitazione ed i carabinieri e la polizia di guardia alla struttura confinante con la propria casa diventata terreno di confine tra la “prima accoglienza” e la libertà di raggiungere il nord Italia o altri e più promettenti Paesi europei. Vive così questa donna di 80 anni ormai da troppo tempo. Se li è già ritrovati in casa ad agosto i migranti la signora ed ha dovuto usarlo davvero il fischietto come allarme d’emergenza. Un fischio che ha permesso alla polizia di intervenire e bloccare i fuggitivi, anche se solo di allontanamento non autorizzato si può parlare. Allora come ieri i “fuggitivi” si erano arrampicati lungo la recinzione raggiungendo il terrazzino della signora per poi fuggire dalle scale interne rompendo il portone. Ieri se ne sono andati 24, passando proprio da qui. Non ci sta più la signora a vivere così, non ci sta il presidente della III^ Circoscrizione e decano dei presidenti di tutte le municipalità messinesi, Lino Cucè: “Adesso basta. E’ necessario che il Prefetto convochi un tavolo tecnico che preveda soluzioni adeguate ad un hot spot che qui non doveva neanche nascere” dice. Intanto la Polizia ed i Carabinieri cercano chi magari è già in viaggio per la Svizzera o per la Germania. Qui a Messina non ci restano sicuramente i fuggitivi. Ed il fischietto è sempre pronto ad essere utilizzato. Ancora.

 

 

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