Gli organi competenti si prendano la responsabilità di fare i nomi delle pasticcerie a rischio salmonella. La diffusione delle notizie relative ai casi di cittadini intossicati
dopo aver mangiato dolci, senza specificare la provenienza degli stessi, ha causato infatti un duplice e deprecabile effetto.
Da un lato ha gettato nel panico i cittadini che giustamente temono per la propria salute, dall’altro ha esposto un intero comparto al discredito dei consumatori. Questo fa sì che le attività di pasticceria, già duramente provate dal lockdown e dalla crisi, stiano subendo ingiustificatamente un ulteriore calo.
Gli organi preposti inoltre non diffondendo i nomi delle attività realmente coinvolte in questi fenomeni, adducendo motivazioni legate alla privacy, hanno prestato il fianco agli sciacalli che nelle scorse ore si sono divertiti a diffondere sui social media liste di pasticcerie che nulla avevano a che fare con i casi di salmonella.
Ci chiediamo quale sia il senso di divulgare la notizia delle intossicazioni, senza rendere anche nota l’attività o le attività coinvolte. Non sarebbe forse stato più opportuno tacere a monte e una volta fatte le dovute indagini e accertate le responsabilità, fornire alla Stampa una notizia completa?
Si sarebbe reso così un servizio più efficace alla cittadinanza che in questo momento non si sente tutelata nei propri diritti, alle aziende sane (la maggioranza) che subiscono ingiustamente le conseguenze economiche di una situazione a cui sono estranee, ma anche al mondo del giornalismo, che oggi viene duramente attaccato dai lettori che accusano le testate di scarsa professionalità.
“Il fango gettato addosso alle attività di pasticceria dagli sciacalli del web-dichiara il presidente di Confesercenti Messina Alberto Palella- che hanno diffuso le false black list non può e non deve passare sotto silenzio. Invitiamo dunque la Polizia Postale e delle Telecomunicazioni ad effettuare tutte le indagini opportune al fine di risalire agli autori del gesto. Il danno di immagine provocato alle pasticcerie che figurano nei messaggi inoltrati sui social e via chat– conclude Palella- è incalcolabile se sommato alla diffidenza maturata nei consumatori a seguito della mancata diffusione dei veri nomi da parte delle autorità competenti”.
Va ricordato che Messina ha un’antichissima tradizione dolciaria, che ha fatto scuola in tutta la Sicilia e in Calabria. Gettare ombre su un comparto talmente importante nella filiera dell’artigianato e del turismo significa affossare ulteriormente l’economia messinese e siciliana.