All’alba di oggi, a Floresta (ME), i Carabinieri della Compagnia di Patti hanno eseguito un’ordinanza applicativa di due misure di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Patti (ME), Dott. Andrea La Spada, su richiesta della locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Angelo Cavallo, a carico del 65enne Pagliazzo Giuseppe e del fratello 51enne Pagliazzo Nunzio, ritenuti responsabili di rapina pluriaggravata in concorso.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da un’attività di indagine sviluppata dai militari della Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Patti e dalla Stazione di Floresta, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Alice Parialò, i cui esiti hanno consentito di ricostruire la drammatica vicenda di cui è stato vittima un 93enne, il quale, nonostante lo stato di profonda prostrazione e sofferenza morale, ha trovato la forza e il coraggio di denunciare i due parenti, raccontando dettagliatamente agli investigatori la dinamica dell’efferato delitto.
L’anziano, infatti, che da circa un anno era rimasto vedovo e viveva da solo nella propria abitazione della piccola comunità montana, nel cuore della notte tra il 4 ed il 5 febbraio 2020, ha udito strani rumori provenire dal piano terra della propria casa. Invano ha chiamato per nome il nipote da cui è solitamente accudito, ritrovandosi di fronte, invece, tre uomini disposti a tutto pur di impossessarsi di pochi valori. Due di questi, infatti, col cappuccio sollevato ma col viso scoperto, si sono avventati sulla vittima senza neppure consentirgli di alzarsi dal letto e con forza lo hanno trattenuto sotto le coperte mentre un terzo soggetto, allo stato non ancora identificato, ha iniziato a rovistare la casa. Qualche debole tentativo di divincolarsi da parte dell’anziano è stato subito neutralizzato da una stretta ancora più forte, accompagnata da minacce di morte, in particolare di bruciarlo vivo, se non avesse rivelato dove si trovavano i valori. Infine, dopo aver messo a soqquadro tutta la casa, i malviventi sono fuggiti con un magro bottino consistente in un paio di orecchini d’oro appartenuti alla defunta moglie della vittima e 400 euro in denaro contante presi dal portafogli.
Al termine dell’azione criminosa, quindi, il novantatreenne, profondamente scosso e provato per l’accaduto, ha cercato di ricomporre le proprie cose, attendendo nella mattinata successiva l’arrivo della moglie del nipote a cui ha raccontato il tragico accaduto.
I Carabinieri, immediatamente giunti sul posto, hanno avviato un’intensa attività d’indagine disponendo di pochissimi elementi determinati dal fatto che, in un primo momento, l’anziana vittima, visibilmente traumatizzata, si è limitata a riferire di aver subito l’azione di tre soggetti verosimilmente del posto ma sconosciuti, in quanto travisati. La paziente opera di persuasione ed il coraggio infuso nell’anziano dalla vicinanza espressa dai Carabinieri lo hanno aiutato a superare ogni remora ed il timore di ritorsioni, rivelando tutto quanto in sua conoscenza.
L’anziano, quindi, con non poca difficoltà ha raccontato che i tre malviventi hanno fatto irruzione nella sua camera da letto parzialmente travisati da cappucci ma a viso scoperto e nonostante lo avessero immobilizzato, aveva riconosciuto in volto due suoi aggressori. Si trattava di due suoi lontani parenti, i fratelli Pagliazzo Nunzio e Giuseppe, uno dei quali, capendo di essere stato scoperto dalla vittima, piangendo, gli diceva “se non trovo niente che cosa gli porto a casa?”, venendo da questi redarguito “io so chi sei, ti conosco, vai a lavorare e ti guadagni i soldi”.
A seguito di questa ricostruzione, il novantenne ha senza dubbio riconosciuto i due malviventi effettuando la ricognizione fotografica. Gli accertamenti svolti dai carabinieri, acquisendo e visionando i fotogrammi di alcuni filmati di impianti di videosorveglianza, hanno accertato la presenza del Pagliazzo Giuseppe nel centro abitato di Floresta in un arco orario antecedente la rapina. Le risultanze investigative raccolte, quindi, hanno permesso di evidenziare chiaramente le gravi responsabilità degli indagati, consentendo così all’Autorità Giudiziaria di emettere l’odierno provvedimento custodiale, in esecuzione del quale, questa mattina, Pagliazzo Nunzio e Pagliazzo Giuseppe sono stati tratti in arresto ed associati alla Casa Circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Per la ricostruzione dell’efferata rapina, quindi, commessa con le aggravanti di essere stata perpetrata in luogo di privata dimora, da più persone ed in danno di individuo ultrasessantacinquenne, è stata decisiva ancora una volta la denunzia dell’anziana vittima. Tale atto coraggioso ha consentito ai carabinieri ed all’Autorità Giudiziaria che ha coordinato le indagini di fornire una pronta risposta all’esigenza di giustizia di fronte ad un crimine tanto odioso poiché commesso senza scrupoli in danno di persona assolutamente indifesa.
La presenza capillare dell’Arma dei Carabinieri sul territorio e la vicinanza alle vittime vulnerabili, in particolare agli anziani, nonchè l’attenzione e la sensibilità della Procura della Repubblica di Patti verso tali reati possono consentire una pronta ed efficacie azione di contrasto a questi reati che talvolta, per paura o remora, non vengono denunciati. La collaborazione delle vittime si rivela sempre fondamentale per mettere gli investigatori nelle migliori condizioni di tutelare la vittima stessa e giungere alla rapida individuazione dei responsabili, come già accaduto in occasione di un altro fatto simile, occorso ad una novantenne vedova di Brolo che la notte del 24 settembre 2019 era stata sorpresa nel sonno all’interno della propria casa, brutalmente malmenata e rapinata della pensione da parte di due pregiudicati poco dopo tratti in arresto.
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