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Peschereccio “Nuova Iside”: sequestrata la scatola nera della petroliera sulla stessa rotta

- 10/06/2020
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La nave petroliera “Vulcanello” della società armatrice Augustadue, del gruppo Mednav, la notte del 12 maggio, nelle acque tra San Vito Lo Capo e Ustica, si trovava sulla stessa rotta del peschereccio “Nuova Iside” scomparso con 3 persone a bordo, delle quali ne sono state ritrovate, decedute, solo due, il suo comandante Vito Lo Iacono 34 anni e suo padre Matteo, 53 anni. Scomparso con il relitto della nave invece, Giuseppe Lo Iacono, cugino del comandante e nipote di Matteo.

Una tragedia senza risposte alla quale abbiamo cercato di dare una lettura il 23 maggio scorso in una diretta “live” su Facebook con l’avvocato della famiglia Lo Iacono, Aldo Ruffino . Fin da subito la famiglia ha ipotizzato la possibilità di una collisione in mare del peschereccio con un’altra imbarcazione più grande. A suggerirne la possibilità la dinamica della scomparsa del peschereccio e le condizioni in cui sono state ritrovate le due vittime. In particolare il fatto che Vito e Matteo Lo Iacono, pescatori di grande esperienza e conosciuti da tutti a Terrasini, non indossassero il giubbotto di salvataggio e l’assenza di alcun segnale di richiesta di soccorso, anche quello automatico, lascia ampiamente intendere che la dinamica dell’affondamento sarebbe stata repentina senza lasciare il tempo all’equipaggio di poter avviare le procedure normali in caso di affondamento per il maltempo, come ipotizzato in un primo momento. Oggi l’accertamento che alla stessa ora della scomparsa del natante e del suo equipaggio, sulla stessa rotta del peschereccio vi fosse la petroliera “Vulcanello”, consente di confortare e corroborare i dubbi. E proprio per chiarire questi dubbi la procura di Palermo, coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico e delegata alla guardia costiera, si sta concentrando sulla nave Vulcanello, una petroliera battente bandiera italiana. La scatola nera della nave è stata sequestrata, anche se al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati. I tecnici incaricati dalla procura, in questi giorni, stanno lavorando per estrarre le informazioni. Le ricerche di Marina e Guardia costiera continuano anche grazie a mezzi subacquei della Marina Militare. Gli stessi strumenti utilizzati quando è stato necessario recuperare il relitto dell’aereo ammarato al largo di Capo Gallo il 6 agosto del 2005. Secondo le prime indagini pare che nella rotta del peschereccio ci fosse anche la Vulcanello. La nave era in navigazione a circa 10 miglia da San Vito Lo Capo, intorno alle 23 del 12 maggio, mezz’ora dopo l’ultimo segnale lasciato da uno smartphone di uno dei componenti dell’equipaggio e prima dell’orario in cui il blue box dell’imbarcazione – il sistema che ogni due ore invia la posizione alle autorità – non si è attivato come previsto. La società armatrice Augustadue, del gruppo Mednav, avrebbe confermato che la petroliera si trovava in zona.

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