
Messina, 27 maggio 2020
https://www.facebook.com/vocedipopolomessina/videos/277016153429103/
Abbiamo dovuto percorrere circa un chilometro a piedi, ieri sera alle 22.30, tra auto e camion incolonnati per raggiungere la chiocciola di Tremestieri che era stata bloccata dalla disperazione degli autotrasportatori, per comprendere ed ascoltare le ragioni di una categoria alla disperazione. Quanto è accaduto ieri sera, infatti, allo scalo della Caronte & Tourist è solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso che è colmo, come quello di tante altre categorie di lavoratori italiani. La rabbia per l’assenza di aiuti, durante questo periodo di crisi, la stanchezza per non essersi mai fermati, anzi per aver garantito, durante il lockdown, tutti i servizi essenziali di approvvigionamento a chi era costretto a rimanere in casa, è scoppiata con un camion di traverso all’ingresso del sottopasso che collega la chiocciola di attesa per l’imbarco ai traghetti privati per la Calabria e le invasature delle navi.
Centinaia di Tir sono così rimasti bloccati, così come anche le auto, in una coda che partiva dallo svincolo di uscita di Tremestieri, fino alle due navi che arrivate allo scalo e dopo aver ormeggiato non hanno potuto neanche far sbarcare gli altri camion arrivati da Villa San Giovanni che sono rimasti a bordo. Un camion di traverso condiviso però da tutti gli autotrasportatori presenti: di chi è quel camion? Abbiamo domandato “Di tutti noi” ci hanno risposto. Stanchi per le lunghe attese a cui sono costretti ogni volta che devono attraversare il mare, questa la motivazione della protesta clamorosa di ieri sera, una rimostranza pacifica e senza complicazioni, una protesta di lavoratori che però ha bloccato i trasporti e che per risolverla è intervenuta la Prefettura. Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale che ha stazionato e guardato a vista i protestanti che però hanno dimostrato una rabbia silente e composta, chiedendo però che questa situazione fatta di attese che compromettono tutti i loro ritmi lavorativi, deve finire.
“Ci sono poche navi e siamo costretti ad attendere per almeno 3 ore di poter traghettare. Un’attesa che incide sul nostro rigidissimo orario di lavoro che prevede 15 ore di guida e 9 di riposo. Significa che quando arriviamo a Tremestieri se il tachigrafo digitale, che non comprende certo che questi sono tempi di attesa, arriva al totale delle 15 ore, ci impone per legge di fermarci per 9 ore, altrimenti sono multe e ritiro di patente!” ci spiegano molti autotrasportatori. Nella nostra diretta di ieri emerge così un problema che è tecnico ma che diventa pratico e disperato per questa categoria di lavoratori: se il tachigrafo impone di fermarsi, anche se proprio nel momento dell’imbarco, il tir si deve fermare e non potrebbe neanche manovrare, perché al prossimo controllo significherebbe una violazione che potrebbe costare una multa di circa 900 euro ed un blocco per l’attività, per sospensione della patente, che va da due settimane ad un mese, “ed io come la campo la famiglia” dicono disperati. Il blocco si è protratto fino alle 23.30, quando l’arrivo del presidente dell’Aias, Giuseppe Richichi, ha aiutato a far intervenire la Prefettura con l’arrivo del vice Prefetto che ha invitato il presidente dell’associazione autotrasportatori ad un tavolo tecnico che si dovrebbe svolgere stamattina per risolvere la questione una volta per tutte. “La Caronte & Tourist deve aumentare il numero di navi e magari calmierare anche un biglietto diventato insostenibile” ha detto Richichi. Il blocco si è così sciolto, il mezzo che ostruiva il sottopasso è stato spostato e le forze dell’ordine hanno convogliato parte dei tantissimi tir eccezionalmente verso la Rada di San Francesco, dove il numero delle navi è maggiore, al fine di alleggerire la situazione della chiocciola. In corteo, scortati dalla Polizia, perché “è il solo modo per evitare multe” hanno detto gli autotrasportatori. Tre, quattro ore di attesa, nel nulla, senza un bagno, senza un distributore di generi di conforto, con ore che vengono sottratte a quelle che servono per raggiungere le destinazioni e consegnare il loro carichi di alimenti, medicinali urgenti e tutto ciò che si muove su gomma in Italia, da Nord a Sud e viceversa, è una follia, mentre quella tabella “Porto di Tremestieri, BUON VIAGGIO” sembra quasi una beffa amara.