Messina, 25 maggio 2020
Nel giorno in cui la Toro S.r.l. in qualità di FC Messina, una delle (ben) due squadre di calcio messinesi, regala all’amministrazione comunale 50 mila mascherine chirurgiche, l’assessore alla Protezione Civile del Comune della città dello Stretto Massimo Minutoli prova a fare chiarezza, ma non davanti alle telecamere, su quello che sembra sempre più profilarsi come un “affaire” mascherine.
La vicenda si riferisce ad contratto con il quale il Comune doveva rifornirsi di mascherine chirurgiche in un momento in cui trovarle era quasi impossibile: a fine marzo di quest’anno. In quel momento il Comune rispose ad una offerta di vendita di mascherine al prezzo di normale mercato, proposte dalla stessa TORO s.r.l. (la stessa che oggi ne regala 50 mila al Comune) nonostante le stesse mascherine venissero vendute in farmacia ad un prezzo almeno di 6 volte più alto. Ma le mascherine ordinate, che dovevano arrivare in tempi brevi, non si sono viste se non la settimana scorsa, quindi ad emergenza rientrata, e solo per un piccolo quantitativo rispetto a quello indicato in determina: 65 mila consegnate a fronte di un’esigenza, in quel momento, di circa 500 mila.
Consiglieri comunali come Alessandro Russo si sono posti allora varie domande sulla legittimità di una determina che prevedeva, seppur in momento di emergenza, un importo d’acquisto pari a 300 mila euro con affidamento diretto e senza gara d’appalto. Ma a tal proposito Minutoli è risoluto: “Chi vuol andare avanti ipotizzando chissà che, continui pure a farlo, noi abbiamo le carte in ordine” dichiara, riferendosi con ogni probabilità ad Alessandro Russo.
L’equivoco che induce in errore, secondo l’assessore Minutoli, starebbe nella premessa della determina stilata dal dirigente Aiello (vuoi vedere che è colpa sua?). In particolare laddove si dichiara la volontà da parte del Comune di Messina di reperire ed acquistare sul mercato 500 mila mascherine chirurgiche “per far fronte all’emergenza di fronte alla quale, ci siamo trovati a Messina alla fine di marzo” spiega Minutoli. A fine marzo le mascherine chirurgiche, infatti, erano praticamente sparite dal mercato, probabilmente acquisite nella totalità da strutture ospedaliere e dall’emergenza molto più complicata e letale che è stata vissuta in Lombardia. “Tra l’altro una mascherina chirurgica in quel momento costava circa 4 euro, quindi la proposta che ci siamo trovati innanzi era particolarmente vantaggiosa” dice Minutoli che si riferisce al fatto che, dopo una ricerca sul canale ufficiale degli acquisti delle amministrazioni, che non aveva dato risultati concreti (era stata trovata una quantità per un ordine non aveva avuto seguito, in quanto la ditta accreditata sulla piattaforma governativa aveva ritirato l’offerta per indisponibilità), l’amministrazione comunale ha ricevuto alla Protezione Civile, direttamente dall’assessore Minutoli, una proposta di vendita di un lotto di 500 mila mascherine al presso di 0,60 l’una proprio dalla Toro s.r.l.. Un prezzo conveniente in quel momento “ma che oggi è quello di mercato” spiega Minutoli, facendo capire che dopo la consegna di un primo lotto, in evidente ritardo, di 65 mila mascherine, non si procederà ad altri acquisti.
Insomma “nessun affaire” ribadisce e minimizza Minutoli: “il fatto che in premessa il dirigente Aiello abbia dichiarato che questo Comune avesse la necessità di acquistare 500 mila mascherine, non significa che l’accordo tra il Comune e la ditta Toro s.r.l. che doveva fornirle si riferisca a questi numeri” dice Minutoli.
Di ben altro avviso Alessandro Russo che ipotizza un “sistema per aggirare la normativa che impone per importi superiori ai 40 mila euro che un ente si affidi al sistema della gara di appalto Guarda caso le forniture sono state suddivisi in lotti da 65 mila mascherine ciascuno che in termini di denaro significano importi inferiori ai 40 mila euro ciascuno” spiega Russo. “E’ mia intenzione andare a fondo nella vicenda e di denunciare tutto alla Corte dei Conti” ha concluso il consigliere.