Messina, 7 maggio 2020
Una crisi economica come non si è mai vista da almeno 50 anni quella scatenata dal lockdown e dal cambio radicale delle abitudini imposto dal distanziamento sociale. E’ così che i consiglieri comunali chiedono la rimodulazione della TARI per le aziende costrette alla chiusura. Quelle stesse aziende che non hanno ricevuto un euro di aiuto, quelle aziende che hanno avuto comunque bollette e mutui da pagare, per quelle stesse imprese che hanno dipendenti senza cassa integrazione in deroga. Ma non era meglio che i signori consiglieri chiedessero la TOTALE SOSPENSIONE della Tari, piuttosto che una semplice rimodulazione? Comunque di seguito la richiesta dei consiglieri in questione.
“I sottoscritti Consiglieri Comunali: Bonfiglio Biagio, La Fauci Giandomenico, La Tona Piero, Serra Salvatore, Interdonato Antonino, Pergolizzi Sebastiano, Rizzo Massimo Rotolo Daria, Di Leo Alessandro, Parisi Pierluigi, Pagano Francesco, Cipolla Francesco, Giannetto Serena, Bramanti Placido, Scavello Giovanni, Caruso Giovanni, Gioveni Libero e Sorbello Salvatore.
Vista la dichiarazione dello stato di emergenza del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 ha deliberato, per la durata di sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario epidemiologico connesso al COVID-19.
Visto che in seguito a tale delibera con DPCM 11 marzo 2020 e successivi è stata disposta la chiusura di molteplici attività imprenditoriali e commerciali su tutto il territorio nazionale.
Considerato che nel periodo in oggetto le attività commerciali e le aziende che non hanno potuto svolgere la loro attività, non hanno prodotto conseguentemente rifiuti, questo potrebbe aver determinato un risparmio nei costi di gestione da parte di Messina Servizi.
Considerato che il perdurare di alcuni mesi di chiusura totale degli esercizi commerciali e delle piccole attività imprenditoriali ha provocato importanti ripercussioni economiche, in un contesto già fortemente in difficoltà anche prima della crisi COVID, nella gestione delle attività commerciali.
Considerato che con ultimo DPCM del 26 aprile 2020 è stata predisposta la c.d. “fase 2”, della citata emergenza sanitaria, che potrebbe consentire la riapertura graduale di alcune attività nel rispetto del c.d. “distanziamento sociale” e dell’utilizzo di dispositivi individuali di protezione.
Preso atto anche della difficoltà per tante aziende di poter accedere ai contributi previsti dal Governo, e dalla consapevolezza che probabilmente non saranno sufficienti a far ripartire adeguatamente le varie attività.
I sottoscritti, nell’ambito delle iniziative volte a mitigare il disagio economico delle imprese chiedono, compatibilmente con l’equilibrio di bilancio dell’azienda, di ridurre l’importo della TARI per l’anno in corso per quelle attività obbligate alla chiusura temporanea.
Gli scriventi chiedono che dall’importo complessivo previsto per ciascuna attività imprenditoriale siano decurtati per intero gli importi relativi alle mensilità di totale chiusura e di posporre il pagamento della I rata a ottobre.
Per le aziende che riaprendo dovranno attuare misure di distanziamento sociale, limitando e contraendo gli accessi (vedi settore ristorazione, servizi alla persona ed altri) che la tariffa venga opportunamente ridotta.
Appare superfluo sottolineare che tale accertamento avvenga in tempi brevissimi per poter essere sottoposto alla necessaria valutazione del Consiglio Comunale.
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