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La manovra “espansiva e potente” che il Governo sta preparando. Mentre il SUD muore.

- 29/04/2020
gualtieri scaled voce di Sicilia

29 aprile 2020

Il Governo si appresta a preparare (ancora!) una manovra che il Primo Ministro Conte definisce “espansiva e potente”. Intanto però il Sud è economicamente bloccato: di turismo e di ristorazione non si parla, ma è di questo che ad esempio fa vivere la Sicilia. Il Governo insiste sul togliere l’Iva sulle mascherine e sugli sgravi per la sanificazione, sulla proroga della Naspi per due mesi, sull’indennizzo per colf e badanti, sul reddito d’emergenza per le famiglie in difficoltà, sulla possibilità di usare il bonus baby sitter per i centri estivi ed annuncia “un corposo pacchetto di aiuti alle Pmi” con la possibilità di un ingresso a tempo dello Stato nel capitale e di indennizzi a fondo perduto. Ma delle misure “bazooka” annunciate con i prestiti garantiti dallo Stato e che le banche non stanno erogando? Non c’è indicazione risolutiva in tal senso. Conte invita le banche a “fare un atto d’amore”, ma la verità, ed è quello che chiedono le imprese, è che il Premier dovrebbe usare un pugno di ferro contro gli istituti che non fanno ciò che lo Stato ha chiesto. Meglio sarebbe sospendere tasse, rate, bollette e mutui, per far si che la liquidità fosse già presente e restasse nelle tasche che languono delle piccole imprese.

Ma il decreto legge di aprile sarebbe in dirittura d’arrivo ed il governo si prepara a mettere in campo “una manovra espansiva imponente, di una entità mai raggiunta dal dopoguerra ad oggi”. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, presentando in Parlamento il Def con il nuovo quadro dei conti. Un intervento che prevede la sterilizzazione completa delle clausole di salvaguardia con gli aumenti Iva e accise che determinerà “un calo della pressione fiscale di 1,1 punti percentuali di Pil”.

Il decreto dovrebbe essere varato già in settimana ma non è escluso uno slittamento dei tempi e uno spacchettamento in più provvedimenti. Per finanziare le misure in cantiere il governo chiederà un aumento del deficit di 55,3 miliardi nel 2020 e 26,2 miliardi nel 2021, di cui 19,8 per la sterilizzazione dell’aumento di Iva e accise. La richiesta di scostamento, che domani approderà al voto delle Camere insieme al Def, viene estesa a un decennio proprio per la disattivazione della clausole Iva e per sostenere gli investimenti a cui saranno destinati circa 6 miliardi l’anno fino al 2031.

Verrà incrementato lo stanziamento per il credito di imposta al 50% concesso alle imprese che procedono alla sanificazione degli ambienti di lavoro e che acquistano dispositivi necessari a tutelare la salute dei lavoratori.

Per il potenziamento della Sanità, della Protezione civile e della sicurezza dovrebbero essere destinati circa 4 miliardi. Sul fronte fiscale saranno confermate le sospensioni, semplificazioni e agevolazioni già disposte finora. Saranno rinviati alcuni adempimenti, come quelli amministrativi in materia di accisa e quelli previsti per l’installazione dei dispositivi necessari alla trasmissione telematica degli scontrini. Saranno anche rivisti e riparametrati gli indici di affidabilità fiscale che hanno sostituto i vecchi studi di settore.

Dovrebbero poi essere sospese la plastic e la sugar tax per il 2020. Nel decreto un capitolo corposo sarà dedicato al sostegno alle imprese di tutte le dimensioni, con un pacchetto per le pmi che potrebbe arrivare a 15 miliardi, di cui circa 8 miliardi per gli indennizzi diretti. Un piano che da un lato vede in campo Cassa di depositi e prestiti con un fondo equity con patrimonio separato dalla Cassa a cui saranno destinati tra i 40 e i 50 miliardi, per consentirle di entrare nel capitale di aziende strategiche, di tutte le dimensioni, in crisi per l’emergenza. L’ingresso nel capitale sarebbe temporaneo e si starebbe valutando un arco temporale di 4-6 anni.

Ma sono anche allo studio, ha spiegato Gualtieri, “possibili iniziative volte al rafforzamento patrimoniale di imprese per contribuire all’assorbimento delle perdite generate dalla crisi”. Un intervento che, ha aggiunto, “possa trasformarsi a determinate condizioni a fondo perduto”. Nelle intenzioni del ministero dello Sviluppo economico l’operazione consentirebbe, anche nel caso delle aziende tra 10 e 249 dipendenti, un ingresso a tempo (5-6 anni) dello Stato nel capitale come azionista di supporto. Ma che ne pensano le imprese?

Mentre per le imprese fino a 9 dipendenti dovrebbero arrivare indennizzi a fondo perduto e l’importo medio, come annunciato da Patuanelli in un’intervista, dovrebbe essere di 5mila euro per una platea di circa 1,6 milioni di soggetti. Previste anche agevolazioni sugli affitti (circa 1,7 miliardi) e il taglio per tre mesi delle bollette non domestiche con potenza superiore a 3kw (per circa 600 milioni).

Il bonus per gli autonomi sarà rifinanziato per circa 5-7 miliardi per due mesi e portato a 800 euro: scatterà in automatico per un altro mese mentre la platea sarà ridotta per la seconda mensilità. Ci sarà “una revisione delle procedure che renda rapidissima l’erogazione della prossima tranche”, ha garantito Gualtieri. Il pacchetto di interventi prevede il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e degli strumenti di supporto al reddito già in vigore. “Il sostegno che stiamo fornendo ai lavoratori è fondamentale e sarà erogato finché ce ne sarà bisogno”, ha sottolineato il ministro.

La Cig sarà rifinanziata per circa 13 miliardi e la Naspi in scadenza verrà prorogata per due mesi. Sarà inoltre previsto un indennizzo a favore di colf e badanti che, a causa dell’emergenza, non hanno potuto lavorare in questo periodo. Il governo studia poi, ha spiegato il titolare dell’Economia, “un nuovo strumento temporaneo in favore dei nuclei famigliari che non hanno reddito, pensioni o sussidi pubblici e oggi si trovano in difficoltà economiche”. Un sussidio che nelle intenzioni dei 5s dovrebbe configurarsi come reddito di emergenza da circa 500 euro al mese ma su cui ancora non c’è accordo nella maggioranza.

Per gli enti locali sarà costituito un fondo con una dotazione di 3,5 miliardi di euro in favore di comuni, province e città metropolitane, incluse le autonomie speciali. Per accelerare l’erogazione di queste somme entro pochi giorni dall’adozione del decreto sarà versato un anticipo del 30% del fondo, parametrato alle entrate proprie di ciascun ente. In arrivo anche aiuti per le famiglie alle prese con la chiusura delle scuole. Verranno estesi il congedo parentale e il bonus babysitter: un intervento che dovrebbe costare circa 500 milioni.

Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha fatto sapere di essere al lavoro insieme ai ministri Azzolina, Bonetti e Spadafora per un protocollo che permetta di trovare soluzioni concrete, come l’attivazione di centri estivi che operino in condizioni di assoluta sicurezza. “Sto valutando l’ipotesi di usare il bonus babysitter in maniera più flessibile anche per il pagamento di tali servizi”.