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CUB – “Potenziali maggiori rischi di contagio e penalizzazione cittadini a seguito delle ultime ordinanze sindacali”

- 05/04/2020

Messina, 5 aprile 2020 – nota di Filippo Sutera CUB

Il sindacato CUB scrive al Presidente della Regione, al Prefetto di Messina ed alla Procura della Repubblica ed invia copia per conoscenza anche al Ministro dell’Interno ed al Ministro della Salute, una lettera con la quale chiede il loro intervento circa quanto stabilito dalle ordinanza sindacali circa le chiusure domenicali e sugli orari molto più limitati di esercizi commerciali in contrasto con quanto disposto dal DPCM.

“Il sindaco di Messina, con ordinanza n. 104 del 4 aprile 2020 ha disposto “ la chiusura domenicale e nei giorni festivi di tutti gli esercizi commerciali attualmente autorizzati, fatta eccezione per le farmacie di turno e le edicole”, adeguandosi così alla prescrizione prevista dall’Ordinanza regionale.

È quanto abbiamo evidenziato noi, con più lettere, fin dall’ordinanza del sindaco n.61 del 13 marzo che già prevedeva, in contrasto con l’ordinanza regionale, l’apertura domenicale del settore alimentare e, in contrasto con il DPCM dell’11 marzo, la riduzione degli orari dei negozi del settore alimentare e non, oltre che di farmacie e tabacchini.

Siamo contenti per i lavoratori del settore alimentare per avere ottenuto quanto auspicavamo ovvero il giorno di riposo domenicale dopo il duro lavoro di queste settimane.

Rimane però aperta la questione relativa alla chiusura anticipata dei negozi alimentari nel corso della settimana e della chiusura totale di settori che, secondo il DPCM, andavano mantenuti aperti (negozi d’informatica, ferramenta, profumerie, ottica, illuminazione, ecc…).

L’ordinanza sindacale in pratica, continuando a prevedere una limitazione degli orari di apertura al pubblico non contemplata neanche nelle zone più colpite dalla pandemia, risulta ingiustificatamente restrittiva.

Ciò potrebbe prefigurare anche un reato contro l’incolumità pubblica, che troverebbe la sua fondatezza proprio nel rischio di contagio che ogni cittadino subirebbe quotidianamente con un inevitabile e dimostrabile sovraffollamento determinato dalla ingiustificata limitazione di apertura dei negozi.

A ciò si aggiunge il verificarsi di quella situazione paradossale che temevamo: i messinesi risultano ora doppiamente penalizzati per la riduzione dell’orario di apertura dei negozi alimentari e non alimentari e per il potenziale aumento dei rischi di contagio a seguito del maggior concentramento di acquirenti nelle ridotte ore di apertura durante la settimana.

Nel ribadire pertanto che le prescrizioni più restrittive delle ordinanze sindacali continuano ad essere in palese contrasto con le ordinanze regionali ed i DPCM, chiediamo alle autorità in indirizzo, per quanto di competenza,  di accertare l’eventuale illegittimità dell’ordinanza sindacale e se vi siano, secondo quanto sopra esposto, reati penalmente rilevanti e perseguibili”.