Messina, 28 marzo 2020
Duole non poco quanto ci sarebbe riportato e cristallizzato in una relazione di Messina Social City, a firma di Valeria Asquini, presidente dell’azienda comunale, che sarebbe stata inviata al Prefetto, al Procuratore della Repubblica ed agli assessori alle Politiche Sociali e della Protezione Civile di Messina, oltre che al Sindaco, all’indomani dell’ingresso degli operatori della stessa all’interno della casa di riposo “Come d’Incanto” di via Primo Settembre. Duole perché rappresenterebbe una situazione di degrado nella quale versavano gli ospiti che sembra non rendere giustizia agli operatori che, loro malgrado, hanno dovuto far fronte ad una emergenza di ben 13 giorni.
La situazione di carenza di igiene e di trascuratezza che sarebbe stata riscontrata dagli operatori sarebbe stata tale da indurli a cristallizzarla in un documento denuncia con il quale l’azienda chiede alle Autorità Giudiziarie di ravvisare eventuali estremi di reato.
Non ho conosciuto la casa di cura “Come d’incanto”. Posso solo dire che conosco Rossana una delle operatrici e garantisco che è una persona pulita e corretta. Molto affettuosa e caritatevole che mai si è risparmiata ed ha sempre svolto il suo lavoro non come “dovere” ma come missione. Persona paziente e giusta mai avrebbe permesso uno stato di degrado sul suo posto di lavoro… le sue parole verso gli ospiti sono sempre state di affetto e di dispiacere sullo stato di salute, commossa con le lacrime agli occhi e la voce incrinata dal dolore verso i “suoi teneri amici” così li definisce È giusto fare luce su quanto viene detto al TG sia per i parenti degli ospiti sia per chi ha donato affetto e compassione lavorando e rischiando in prima persona… chiamiamoli pure “eroi’.
A loro la mia stima.
Scrivo da figlia di una delle ospiti della struttura Come d’incanto. Pur essendo lontana sono sempre stata informata sulla vicenda in modo attento e scrupoloso dai miei parenti e dagli operatori. Dichiaro che gli tutti gli operatori ed operatrici della casa di riposo ” Come d’incanto”sono sempre state attenti ed assidui nell’assistenza e nella cura a mia madre. Che ritengo inverosimile quanto eventualmente riportato dalla relazione di Medicina Social City. Anzi, a mio avviso, gli operatori sono stati abbandonati come appestati e i tamponi richiesti da giorni sono stati eseguiti tardivamente sia su di loro che sugli ospiti . E questi ritardi istituzionali sono noti a tutti e non dico nulla di nuovo.
Una relazione di questo tenore ( di cui non conosciamo il preciso contenuto) a conclusione di questa dolorosa vicenda, con toni accusatori nei confronti di operatori dediti e sacrificati dalle istituzioni, sconcerta e mi lascia incredula e perplessa