Messina, 11 febbraio 2020
Chico Forti è in carcere da oltre 20 anni e proprio circa una settimana fa ha compiuto 61 anni: il suo ventesimo compleanno in carcere, il Dade Correctional Institution di Florida City, un carcere di massima sicurezza vicino Miami.
Chico è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio 1998, ma non ha mai smesso di gridare la propria innocenza. Da sempre i riflettori sono accesi sulla sua detenzione basata su un processo che in molti hanno definito “assurdo” come la sua condanna, in quanto basata su elementi indiziari ritenuti molto dubbi. Ed allora qualsiasi gesto è importante per sensibilizzare l’opinione italiana e per tenere viva l’attenzione sul suo caso: anche un cappuccino. Simbolo di italianità, riconosciuto ed apprezzato nel mondo, anche un “semplice” cappuccino può essere un veicolo potente.
Così il proprietario di un noto bar del centro, nei pressi della Camera di Commercio di Messina, ha pensato di compiere un gesto provocatorio durante una competizione di cappuccini artistici, tenutasi a Salerno. “Un cappuccino per Chico Forti“, ci ha detto Carmelo Cirino, “perché è un simbolo italiano, così come la storia di Chico è il simbolo di una Giustizia che non è stata fatta“.
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