Messina, 31 gennaio 2020
Una studentessa messinese, O.M. studia ad Hangzou nella provincia cinese dello Zhejiang a 760 km. da Wuhan. E’ rientrata qualche giorno fa dalla Cina ed ha rilasciato un’ampia intervista al giornale on line dell’Università di Messina, descrivendo le condizioni in cui, in questo momento, la nazione Cinese sta affrontando una delle crisi sanitarie più gravi della storia.
Nella sua intervista, però, non fa alcun cenno a controlli sanitari a cui sarebbe dovuta essere sottoposta. Speriamo proprio che al momento del suo arrivo in Italia sia stato applicato almeno un protocollo di sicurezza e che sia stata monitorata circa eventuali sintomi di un’influenza, quella da Coronavirus 2019, a cui la zona in cui ha studiato ed abitato l’ha certamente sottoposta.
Vorremmo essere certi dell’applicazione di questa cautela e ci meravigliamo che la stessa studentessa nella sua intervista non ne faccia nota, nè che l’aspirante giornalista che l’ha intervistata non glielo abbia neanche chiesto. Siamo nella fase acuta di un virus subdolo ed altamente contagioso e che ha un periodo di incubazione di due settimane, pertanto non bastano certo i controlli alla partenza, dunque ogni misura di cautela è necessaria ed inderogabile. Ne chiediamo conto, nell’interesse di tutti, al Rettore Cuzzocrea, lo chiediamo al Sindaco Cateno De Luca, nella sua funzione di massima autorità sanitaria della città di Messina.