30 gennaio 2020
L’Organizzazione mondiale della sanità dichiara l’emergenza globale per il Coronavirus. “La Cina – ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus – ha preso straordinarie misure per fare fronte all’emergenza del virus 2019-nCoV, ha isolato il virus, lo ha sequenziato e ha condiviso i dati con tutti. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato ininterrottamente per tutto questo tempo“.
“Non e’ possibile immaginare quanto grande sara’ questa emergenza e quindi bisogna essere preparati ad affrontarla. Da qui la decisione di dichiarare l’emergenza internazionale. L’epidemia di coronavirus è un’emergenza sanitaria mondiale” comunica l’OMS.
“La dichiarazione di ‘Emergenza Internazionale di Salute Pubblica’ (o Pheic, Public Health emergency of International Concern), proclamata questa sera per il coronavirus cinese, e’ usata dall’Oms per “un evento straordinario che costituisce un rischio di salute pubblica per diversi Stati attraverso la diffusione internazionale di una malattia, e che potenzialmente richiede una risposta coordinata a livello internazionale”. Ecco come si arriva a questa definizione, le cui procedure sono state definite nel 2005 proprio a seguito dell’epidemia di Sars” scrive l’ANSA.
I PRECEDENTI:
La prima dichiarazione di Pheic e’ stata fatta nel 2009 durante la pandemia di influenza ‘suina’. Nel 2014 hanno ricevuto lo status l’epidemia di polio e quella di Ebola, nel 2016 l’epidemia di Zika e nel giugno 2019 l’epidemia di Ebola in corso in Congo, dopo la scoperta di casi in Uganda.
Quest’ultima insieme a quella di polio e’ l’unica emergenza ancora attiva.
L’EMERGENZA CORONAVIRUS
L’Oms ha certificato che “il livello di attenzione massima ha oltrepassato i confini cinesi. Nel paese i numeri continuano a correre: i contagi sono oltre 8.100, le vittime 170“.
La Cina è sempre più isolata, dopo che la Russia che ha chiuso il confine orientale e altre compagnie aeree internazionali hanno interrotto i collegamenti. In un’ennesima giornata contrassegnata da nuovi contagi, vittime e paesi colpiti dal coronavirus, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha convocato una riunione d’emergenza dei suoi esperti a Ginevra. In conferenza stampa, ha lodato “gli standard di risposta” della Cina all’epidemia, che hanno consentito finora di circoscrivere i casi all’estero a 98 in 18 paesi, e senza al momento fare vittime. E tuttavia, ha aggiunto, “sebbene questi numeri siano piccoli, dobbiamo agire insieme per limitare ulteriormente la diffusione del virus”: così ha dichiarato “un’emergenza sanitaria globale”.
In Cina l’infezione è arrivata ovunque, toccando anche il Tibet. La maggior parte dei contagi resta concentrata nella provincia epicentro di Hubei ed quasi 1.400 persone sono gravi. Gli esperti cinesi osservano che con adeguate misure di contenimento e prevenzione i contagi potrebbero calare, ma la priorità è trovare un vaccino: secondo i ricercatori cinesi, serviranno almeno 3 mesi. Un laboratorio in California ha previsto i primi test tra giugno e luglio. Al lavoro anche russi e australiani.
Risalgono a metà dicembre i primi casi di trasmissione da uomo a uomo del coronavirus 2019-nCoV e sono quindi precedenti perfino alla notifica dei primi casi dell’infezione.
IN AMERICA
Si registra nell’Illinois il primo caso degli Stati Uniti di contagio da persona a persona del coronavirus proveniente dalla Cina. Lo hanno annunciato le autorità sanitarie federali. Il primo caso di contagio da coronavirus negli Usa riguarda una famiglia di Chicago, con la moglie che ha passato il virus al marito dopo essere stata nella città cinese di Wuhan.
NELLE FILIPPINE
Primo caso di infezione da nuovo coronavirus nelle Filippine. Si tratta di una donna cinese di 38 anni, di Wuhan, arrivata a Manila il 21 gennaio via Hong Kong, e che ora si trova ricoverata in ospedale.
IN FRANCIA
I francesi che verranno rimpatriati da Wuhan saranno isolati a Carry-le-Rouet vicino a Marsiglia. E’ salito intanto a sei il numero delle persone contagiate dal virus in Francia.
IN AFRICA
I quattro cittadini etiopi sospettati di aver contratto il coronavirus sono risultati negativi, ha riferito il ministero della Salute del paese citato da Bbc Africa. I campioni di sangue dei quattro, tra i quali tre studenti provenienti dall’epicentro cinese del virus Wuhan, sono stati inviati a un laboratorio in Sudafrica per ulteriori indagini martedì e sono tornati negativi. Non ci sono quindi ancora casi confermati di coronavirus in Africa. Anche il caso sospetto di uno studente tornato in Costa d’Avorio da Pechino è risultato negativo, come comunicato dalle autorità sanitarie ivoriane. Rimane il caso dello studente keniota arrivato martedì a Nairobi da Wuhan e messo in isolamento per controlli.
La provincia dell’Hubei, epicentro del coronavirus 2019-nCoV, ha confermato 4.586 casi d’infezione, coi decessi saliti a 162 sui 170 totali registrati in Cina. Dai dati aggiornati della Commissione sanitaria provinciale emerge che i ricoverati sono 4.334: le condizioni di 711 di loro sono definite ‘gravi’, quelle di altri 277 invece sono ‘critiche’.
In Finlandia un nuovo caso confermato. In Europa i casi salgono a 10: oltre a quello in Finlandia, ce ne sono 5 in Francia e 4 in Germania.
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